15 dicembre 2020 16:42
L'industria chimica italiana si prepara a chiudere un anno difficile, con una caduta della produzione intorno al -9%, anche se prevede di recuperarne poco meno della metà nel corso dell'anno prossimo, sempre che il susseguirsi di ondate pandemiche non pregiudichi ulteriormente lo scenario. Ma si conferma - come ha affermato oggi nella sua relazione all'Assemblea il presidente di Federchimica, Paolo Lamberti - "un’infrastruttura tecnologica al servizio del Paese per trasferire a tutto il sistema economico conoscenze e innovazione di prodotto, oltre che una cultura di responsabilità sociale e ambientale. "Oggi si parla tanto di banda larga per permettere al Paese di crescere nella società della conoscenza - ha spiegato - noi siamo come la banda larga: uno strumento decisivo per far crescere il Paese in un futuro basato sulla scienza".
La chimica, nelle più diverse sfaccettature, si è infatti rivelata una preziosa alleata nel contrastare la pandemia e Federchimica - ha ricordato Lamberti - "è stata ed è al fianco delle imprese nel facilitare la riconversione della loro produzione e per garantire la fornitura dei prodotti che richiedono una particolare attenzione". "Prodotti fondamentali come gas medicinali, in particolare l’ossigeno, i disinfettanti e tutte le materie prime per realizzare maschere, guanti, camici e visiere hanno iniziato a scarseggiare fin dall'inizio dell'emergenza. Federchimica ha sostenuto concretamente la Protezione Civile Nazionale e alcune Regioni nel rintracciare questi prodotti e nel renderli disponibili, laddove possibile".
Nel corso della sua relazione, Lamberti ha anche sottolineato le solide prospettive occupazionali che l’industria chimica può offrire, soprattutto ai giovani, che rappresentano il 20% degli addetti; anche per profili specialistici, dato che quasi un lavoratore su quattro è laureato, a fronte di una media industriale di circa uno su dieci. Senza dimenticare che i contratti a tempo indeterminato sono il 95% del totale e negli ultimi 4 anni il settore ha generato oltre 6.000 nuovi posti di lavoro.
Senza il supporto fornito dall'industria chimica, trasformare i modelli di produzione in un'ottica più sostenibile è arduo, se non impossibile: a questo proposito, il Presidente di Federchimica ne ha elencato i principali contributi: "Lo sviluppo di competenze tecnologiche all’avanguardia, quali le fonti rinnovabili e le biotecnologie industriali; il riciclo chimico e la chimica da rifiuti; l’impegno nella progettazione sostenibile e circolare dei prodotti, lo sviluppo di tecnologie innovative per l’efficienza energetica degli edifici, per una mobilità ecosostenibile, per la cattura, lo stoccaggio e il riutilizzo della CO2 e per l’idrogeno pulito".
Per consolidare la ripresa economica, i fondi europei giocheranno un ruolo fondamentale: "Il piano Next Generation EU ci obbligherà, come Paese, a programmare il nostro futuro, la direzione verso cui tendere, contrastando quel senso di disorientamento che rischia di paralizzare tutti gli operatori economici". Lamberti condivide la necessità di una Cabina di regia con forte orientamento industriale per favorire richieste funzionali al rilancio e chiede l’inserimento del riciclo tra le progettualità fondamentali, in particolare del riciclo chimico.
"Dobbiamo essere consapevoli - ha continuato Lamberti - che gli ambiziosi obiettivi del Green Deal europeo richiedono il generale ripensamento dei modelli di offerta e dei comportamenti di consumo e potranno essere conseguiti solo attraverso una forte e pervasiva spinta verso l’innovazione tecnologica", ricordando che nel nostro paese la Chimica è il primo settore industriale per quota di brevetti ambientali, pari al 40% del totale.
"Proprio per il vasto e multiforme contributo di conoscenze che la Chimica è in grado di fornire - sono le parole di Lamberti -, Federchimica crede fortemente nel cosiddetto approccio 'One Health', secondo il quale la salute umana, quella animale e la protezione dell’ambiente sono ambiti strettamente interconnessi, e la Ricerca deve e dovrà tenerne conto".
L’industria chimica conta in Italia oltre 2.800 imprese che impiegano circa 112.000 addetti, con un valore della produzione pari a 55 miliardi di euro (e una quota di export del 56%) è il terzo produttore europeo e il dodicesimo al mondo.
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