9 dicembre 2019 08:55
Con un tasso di recupero dei
rifiuti da imballaggio del 67%, l’Italia si colloca al
terzo posto in
Europa dopo Germania (71%) e Spagna (70%), avvicinandosi o raggiungendo già oggi i nuovi target di riciclo previsti a livello europeo per il 2025. É quanto emerge dal report
L’Italia del riciclo presentato nei giorni scorsi a Roma da
Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile e
Fise Unicircular (Unione Imprese Economia Circolare) sui dati 2017, gli ultimi disponibili.
DIECI ANNI SPESI BENE. Negli ultimi 10 anni - si legge nel rapporto - in Italia i
rifiuti sono cresciuti da 155 a 164 milioni di tonnellate (+6%), mentre il riciclo è aumentato del 42%, da 76 a 108 milioni di tonnellate.
Nello stesso periodo, il
riciclo dei
rifiuti da imballaggio è aumentato del
+27%, passando da 6,7 a
8,5 milioni di tonnellate, con una quota sull’immesso al consumo passato dal 55% al
67%, in linea col dato europeo e con i nuovi obiettivi fissati dalla UE del 65% al 2025 e del 70% al 2030.
Per quanto concerne le singole filiere dei rifiuti d’imballaggio, la plastica si attesta al 45%, al terzo posto in Europa per tasso di riciclo, la carta all'81% (anche in questo caso al terzo posto in Europa), il vetro al 76% (terzo posto), il legno al 63% (secondo posto), l'alluminio all'80% e l'acciaio al 79%. Considerando gli pneumatici fuori uso (PFU), la raccolta ha raggiunto l’obiettivo nazionale e in 10 anni il recupero di materia è passato dal 43% al 58%. Siamo invece ancora in ritardo nella raccolta dei RAEE (42% contro un target del 65% fissato per il 2019), delle pile (42%, ultimo posto tra le potenze europee) e nel reimpiego e riciclo dei veicoli fuori uso, cresciuto di un solo punto percentuale in 10 anni (dall’82% all’83%).
RESA AL 67%. La resa media delle attività di riciclo - inteso come rapporto tra la quantità di materiali secondari prodotti e quella di rifiuti recuperati - si attesta al 67%, si legge nel documento. Nonostante i riciclatori riescano a trattare quantità più elevate di rifiuti, a valle delle attività di riciclo resta una quantità di rifiuti pari a 2,6 milioni di tonnellate, pressoché equivalente a quella del 2014; dato che mostra una migliore prestazione nella lavorazione, favorita anche da una più elevata qualità della raccolta e della selezione dei rifiuti.
“Alla vigilia del recepimento di nuove direttive europee - spiega
Edo Ronchi, Presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile - il sistema del riciclo italiano è, in generale, già ben predisposto. Oggi occorre quindi intervenire con precisione per mantenere le posizioni conquistate, superare le carenze che ancora permangono e compiere ulteriori progressi". Secondo Ronchi, per aumentare il riciclo dei rifiuti urbani occorre, in primo luogo, proseguire nell’incrementare le quantità e nel migliorare la qualità delle raccolte differenziate, recuperando i ritardi che ancora ci sono in diverse città. Va, inoltre, adeguato il fabbisogno di impianti di trattamento e di riciclo, in particolare per la frazione organica, ancora particolarmente carente in alcune Regioni. "Per la transizione verso un modello di economia circolare, occorrerà prestare maggiore attenzione alla promozione, come previsto dalle nuove direttive, di un impiego più consistente dei materiali generati dal riciclo nella realizzazione dei prodotti”.
I NUMERI DELLA PLASTICA. Entrando in dettaglio nel capitolo dedicato alle materie plastiche, nel 2017 la produzione è stata pari a
348 milioni di tonnellate a livello globale (+4%),
64 milioni delle quali in
Europa (+7%). Gli imballaggi sono il principale campo di applicazione con quasi il 40% della plastica trasformata a livello europeo: il 41% degli imballaggi raccolti è stato riciclato e il 39% avviato a recupero energetico.
In
Italia, l’anno scorso il volume di di
imballaggi immessi al consumo è stato pari a
2.292.000 di tonnellate, con un aumento del +1% rispetto al 2017. Il 44% è costituito da imballaggi flessibili e il restante 56% da imballaggi rigidi. Il polietilene è il materiale più utilizzato, prevalentemente all’imballaggio flessibile, dove la sua quota arriva al 72%. Considerevoli quantitativi di consumo si hanno anche per PET e PP, che si rivolgono all’imballaggio rigido. Tra gli altri materiali, cresce la quota di
biopolimeri, ora a quasi il
3% del totale.
Sempre l’anno scorso, la raccolta differenziata gestita Corepla si è attestata a 1.220.000 tonnellate, con un aumento del 14% rispetto al 2017. La filiera degli imballaggi in plastica nel 2018 ha registrato un incremento del 7% delle quantità avviate a riciclo, aumentando del 3% il tasso di avvio a riciclo rispetto all’immesso al consumo (45% nel 2018). Al raggiungimento del risultato, oltre all’attività di Corepla (644.000 riciclate, 63% del totale) ha contribuito anche il comparto del riciclo indipendente.
La quota parte di combustibile alternativo riconducibile agli imballaggi in plastica residuati dal processo di selezione della raccolta differenziata ed utilizzati in co-combustione nei cementifici è stata l’anno scorso del 71%. Nel complesso, i quantitativi di imballaggi in plastica avviati a recupero energetico sono stati pari a 1.076.000 ton, ovvero il 43% dell’immesso a consumo; combinato con il riciclo, il recupero complessivo si è attestato all’87% dell’immesso a consumo (+6%).
Nei
dieci anni appena trascorsi, la filiera degli imballaggi in plastica ha visto incrementare l’
immesso al consumo di 200mila tonnellate (
+10%), mentre il
riciclo è cresciuto in modo molto più marcato (
+45%) con un incremento di 322.000 ton, passando dal 33% al 45% rispetto all’immesso al consumo. In questo periodo, il
recupero complessivo (riciclo + recupero energetico) è aumentato di 616mila tonnellate, con un incremento di
21 punti percentuali del tasso di recupero rispetto all’immesso al consumo.
Per scaricare il rapporto:
L'Italia del riciclo (PDF)
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