27 marzo 2019 08:56
Sono stati presentati ieri a Roma i risultati dei primi quattro mesi di sperimentazione del progetto 'Il Po d’AMare', promosso da Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, dai Consorzi Corepla e Castalia, in collaborazione con l’Autorità di Bacino per il Po e con il patrocinio del Comune di Ferrara e AIPO.
Attraverso un sistema di barriere galleggianti collocato nel tratto del fiume Po in località Pontelagoscuro (FE), a 40 km dalla foce, i rifiuti affioranti sono stati raccolti e separati; quelli in plastica avviati a riciclo presso un impianto del circuito Corepla. Oltre a validare dal punto di vista tecnico il sistema di raccolta sviluppato da Castalia nell’ambito del progetto di ricerca Seasweeper, il porgetto aveva l’obiettivo di stimare qualità e quantità dei rifiuti presenti lungo quasi l’intero corso del fiume.
POCA PLASTICA NEL FIUME. I risultati sono tutto sommati sorprendenti alla luce del quotidiano allarme sulla presenza di rifiuti plastici nei nostri laghi e corsi d'acqua. In quattro mesi di sperimentazione, cento giorni tra luglio e novembre dell’anno scorso, sono stati intercettati dalle barriere solo 92 chilogrammi di plastica. La plastica rappresenta infatti solo il 40% dei rifiuti galleggianti, e la quota più rilevante in termini di peso è rappresentata da polietilene proveniente da fusti di capacità maggiore a 25 litri, imballaggi utilizzati in ambito agricolo o industriale. La frazione non plastica, invece, è costituita per la maggior parte,da scarti vegetali, ma sono stati intercettati anche contenitori in vetro.
IL SISTEMA FUNZIONA. La scarsa quantità di rifiuti plastici recuperati dal fiume non sembra dovuto a falle nel sistema di bariere progettato da Castalia, quanto al buon funzionamento della raccolta e gestione dei rifiuti a terra, prima che raggiungano il fiume, e questa è senz’altro una buona notizia.
Secondo i promotori del progetto, infatti, le barriere funzionano, avendo operato per l’83% del tempo e intercettato tutti i rifiuti galleggianti che hanno attraversato la sezione delle barriere. Inoltre, tutta la plastica intercettata aveva una qualità sufficiente per avviarla a riciclo e re-immetterla nel ciclo produttivo, risparmiando nuova materia prima.
"I risultati della sperimentazione de Il Po d'AMare sottolineano come una corretta gestione dei rifiuti a terra porti ad avere corsi d'acqua con una sensibile minor presenza di rifiuti, in plastica in particolare - commenta Antonello Ciotti, Presidente Corepla (nella foto a sinistra) -. Ad oggi a livello nazionale, 8 imballaggi in plastica su 10 immessi sul mercato vengono recuperati dal sistema Corepla”. "C'è ancora molto da fare - aggiunge Ciotti -, ma un efficiente servizio di raccolta differenziata che facilita il riciclo, attento alle esigenze dei cittadini sempre più consapevoli ed informati, è un potente antidoto all'inquinamento di fiumi e mari."
Visti i positivi risultati di questa prima sperimentazione, nuove iniziative saranno avviate nel corso di quest’anno.
COME FUNZIONA? La raccolta si basa sul sistema sviluppato da Castalia nell’ambito del progetto di ricerca Seasweeper, ovvero barriere in polietilene che intercettano la plastica galleggiante e altri rifiuti trasportati dal fiume, che possono essere recuperati e, dove possibile, avviati a riciclo. Il sistema di barriere non interferisce con la flora e la fauna del fiume, in quanto la raccolta viene eseguita solo nella parte superficiale della colonna d’acqua.
Piccole barche (‘Sea hunter') si occupano di recuperare i rifiuti galleggianti - soprattutto plastica, materiali legnosi e canne - e di portarli a riva dove sono raccolti in cassoni. Questi vengono trasportati all’impianto Transeco a Zevio (VR), a circa 75 km di distanza, dove avviene una prima separazione delle diverse frazioni del rifiuto, con la selezione della componente plastica da inviare a successivi trattamenti e lo smaltimento della frazione estranea non recuperabile.
Una volta separato, il rifiuto plastico è destinato al centro di selezione DRV di Legnago (VR), una delle piattaforme Corepla, per essere suddiviso, mediante sensori ottici, nelle diverse frazioni polimeriche per l’avvio al riciclo o al recupero energetico.
Il materiale plastico idoneo per il riciclo meccanico, in particolare, viene quindi inviato alla società Skymax di Fonte (TV) per la produzione granulo rigenerato, successivamente spedito all’azienda inglese Protomax per contribuire alla realizzazione di una casetta/rifugio, nell’ambito del progetto “Il Po d’AMare diventa solidale” presentato all’ultima edizione di Ecomondo (foto a sinistra).
I costi del progetto pilota sono interamente coperti da Castalia e Corepla.
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