Dopo tre anni di sonno, il costruttore torinese torna sul mercato con obiettivi ambiziosi. Intervista al nuovo Direttore commerciale Luigi Sorice.
24 aprile 2015 06:34
Come l’Araba fenice, anche Sandretto ci ha abituati a vederla risorgere dalle sue ceneri e spiccare il volo.
Dopo la parentesi brasiliana, sotto il controllo Romi, il costruttore piemontese di presse ad iniezione si presenta a Plast 2015 con una nuova proprietà (il gruppo italo-belga Photonike), nuovo management, nuova rete commerciale e, come sarà mostrato in Fiera, con nuove macchine: le presse Serie Dieci e un’inedita linea di tecnologie 3D per l’additive manufacturing professionale.
Il ritorno sul mercato coincide con il completamento del processo di ristrutturazione, che ha comportato investimenti per quattro milioni di euro - altri quattro sono in programma nei prossimi mesi - e la concentrazione delle attività nello storico stabilimento di Pont Canavese, dove la storia di Sandretto è iniziata alla metà del secolo scorso.
Per avere qualche dettaglio sui piani dell’azienda abbiamo sentito il nuovo Direttore commerciale Luigi Sorice.
Partiamo dall’inizio: quando avete ripreso la produzione di presse?
L’attività a Pont Canavese è ripresa all’inizio dello scorso anno, prima con la ristrutturazione e l’ammodernamento dei reparti produttivi, quindi - dal mese di maggio - con la costruzione di macchine. Fin da subito sono ripartite anche le attività di ricerca e sviluppo, che ci hanno consentito di mettere a punto la nuova Serie Dieci che presenteremo tra qualche giorno in Fiera.
Come è organizzata la produzione?
È fortemente verticalizzata, così da poter avere sotto controllo l’intero processo e garantire la qualità in ogni sua fase. Costruiamo internamente gran parte della pressa, praticamente tutto tranne fusioni e componentistica elettronica, in tre distinti reparti: lavorazioni meccaniche, trattamenti e assemblaggio. I nostri partner sono nazionali nell’ottica di fornire una macchina Made in Italy. Importante sottolineare che oltre al marchio siamo riusciti a salvaguardare anche 140 posti di lavoro.
Nel frattempo avere ricostituito la rete commerciale?
La rete di vendita e assistenza tecnica è stata per forze di cosa ricostituita. Negli ultimi anni Sandretto si era addormentata e abbiamo dovuto risvegliarla: ora dobbiamo farlo sapere ai clienti delle oltre 28mila presse in funzione in tutto il mondo. Siamo presenti con strutture di vendita e assistenza tecnica in 40 paesi, tra Europa, Asia e Sud America ed entro l’anno aggiungeremo un’altra decina di Paesi.
Come si articola l’attuale offerta Sandretto nello stampaggio ad iniezione?
La nuova Serie Dieci, protetta da due brevetti, che presenteremo al Plast (la descriviamo in questo articolo) è disponibile con forza di chiusura da 30 a 500 tonnellate e prende quindi il posto delle precedenti Micro e Serie Nove. Salendo di forza, si passa alla Mega T, da 600 a 1.300 t, rivista con l’introduzione di alcune innovazioni sviluppate per la Serie Dieci; completa l’offerta verso l’alto la serie Mega H, con forza da 2.000 fino a 5.000 tonnellate.
Crediamo molto sulla Serie Dieci: siamo riusciti a combinare prestazioni, semplicità costruttiva - quindi affidabilità - con un prezzo molto concorrenziale. Inoltre, annunceremo a Plast una campagna di rottamazione per i clienti in possesso delle presse Micro, che comprende la sopravvalutazione dell’usato, ritiro della vecchia pressa e consegna di una nuova a carico del venditore, messa in funzione lo stesso giorno per evitare il fermo macchina, oltre a 5 anni di garanzia sulle nuove Serie Dieci idraulica. Una dichiarazione di fiducia sulla qualità del nostro prodotto.
Nei piani non ci sono presse elettriche?
Non al momento. La Serie Dieci è ibrida e siamo soddisfatti delle prestazioni energetiche.
L’anno scorso quante macchine avete costruito e quali obiettivi vi siete dati per il 2015?
Parliamo di poco più di una ventina di macchine vendute, a partire dal mese di maggio; ma va detto che festeggiamo in questi giorni il primo anno di piena operatività. Si tratta di presse da 100 fino a 450, 610 e 1.000 tonnellate di forza di chiusura, alcune delle quali consegnate in Italia nel settore automotive. L’obiettivo è di raggiungere entro il 2016 un fatturato intorno ai 40 milioni di euro con le sole presse ad iniezione. Per quanto concerne invece la stampa 3D è più difficile fare previsioni perché il mercato è molto dinamico e la nostra gamma è in evoluzione.
Le tecnologie 3D sono farina del vostro sacco?
Sì, sono state progettate nel nostro centro di ricerca e vengono costruite a Pont Canavese; anche il software è stato elaborato in-house. Al Plast presenteremo tre diverse soluzioni di additive manufacturing professionale, anche di una certa taglia, ed altri progetti sono già in cantiere nell’area 3D. Di più preferisco non dire per non rovinare la sorpresa ai visitatori della manifestazione milanese.
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