I costi per soddisfare i nuovi obiettivi UE per gli imballaggi in plastica potrebbero essere eccessivi, secondo il Presidente di Corepla.
16 luglio 2014 05:50
La proposta della Commissione Europea di innalzare all’80% il tasso di riciclo dei rifiuti da imballaggio entro il 2020, con una soglia del 75% per quelli in plastica, è stata accolta con favore dalle principali associazioni europee della filiera, pur con distinguo e puntualizzazioni. Voce fuori dal coro è quella di Giorgio Quagliuolo (nella foto), Presidente di Unionplast e di Corepla (consorzio di filiera per il riciclo di imballaggi in plastica), che ritiene il nuovo limiite troppo ardito.
“Tutto si può fare, ma tutto ha un costo”, ha commentato ieri durante la tavola rotonda seguita al convegno “L’Italia fuori dalla crisì Il caso dell’Industria delle materie plastiche” tenutosi in Federchimica. “Con molti sforzi e a costi crescenti siamo arrivati in Italia alla soglia del 50%, andare oltre potrebbe comportare costi insostenibili con il rischio di mettere fuori mercato le materie palstiche a beneficio di altri materiali”, ha affermato. “Oltre tutto, il 75% proposto dalla Commissione europea andrebbe calcolato come output degli impianti di riciclo, quindi al netto degli scarti”.
“Il contributo ambientale Conai (CAC) per la plastica oggi incide per quasi il 20% sul costo della materia prima, se dovesse salire oltre il 100% gli imballaggi in plastica non sarebbero più competitivi”, ha aggiunto. E non solo in Italia: “Se i nuovi obiettivi UE sono difficili da raggiungere nel nostro paese, all’avanguardia nelle tecnologie di riciclo e già oltre quota 50%, cosa succederà negli altri paesi membri, in forte ritardo sugli obiettivi attuali?”, si chiede il Presidente di Corepla.
Raggiungibile e, anzi, auspicabile per Quagliuolo è invece l’obiettivo Discarica Zero per gli imballaggi riciclabili che la Commissione vorrebbe traguardare entro il 2015. Da raggiungere però non facendo ricorso al solo riciclo meccanico.
“In un mondo ideale - ha concluso - sarebbe bello poter riciclare tutto quello che si produce, ma nella realtà bisogna fare i conti con i costi industriali. Può darsi che nel 2030 le tecnologie di riciclo consentano di raggiungere questi ambiziosi obiettivi, ma fissarli adesso è sbagliato”.
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