ST Soffiaggio Tecnica propone una nuova linea di macchine per estrusione soffiaggio con forza di chiusura fino a 150 ton.
27 febbraio 2013 06:54
Contraendo la trascrizione della pronuncia nella nostra lingua di easy (“isi”) e l’abbreviazione dell’aggettivo italiano (“it”) si ottiene ISIT, ovvero il nome della nuova serie di macchine per estrusione-soffiaggio sviluppata dalla monzese S.T. Soffiaggio Tecnica (Gruppo Meico).
Tecnologia semplificata, ma non povera, progettata - come spiega il costruttore lombardo - per mettere a frutto e migliorare gli sviluppi raggiunti fino a oggi e, allo stesso tempo, superare l’aggravante contingente rappresentata dai tempi di crisi, proponendo un prodotto all’avanguardia a un prezzo di mercato concorrenziale".
La serie ISIT è pensata prevalentemente per il soffiaggio di imballaggi industriali e articoli tecnici. Al momento, le forze di chiusura vanno da 30 a 150 tonnellate, il volume di accumulo nella testa da 3 a 40 litri e le viti da 50 a 120 mm di diametro (tutte con L/D = 30).
Le principali novità si riscontrano nella chiusura e nella sezione di estrusione. Per quanto riguarda il gruppo di chiusura, due colonne poste in diagonale sostengono e fanno scorrere i piani portastampo. "In questo modo - spiega la società - la pinza di presa ed estrazione del prodotto soffiato dallo stampo non trova alcun intralcio anche nel caso in cui il pezzo e il relativo stampo siano più alti dei piani".
Il gruppo si basa su tre piastre, una per il supporto di ciascun semistampo e la terza - su cui è installato l’unico cilindro idraulico - che movimenta le altre due. La forza di chiusura viene applicata nella parte posteriore di queste ultime attraverso una barra di flessione, che evita la trasmissione di spinte non equilibrate e qualsiasi deformazione. I piani possono raggiungere aperture molto ampie e vengono guidati nella parte inferiore per mezzo di guide prismatiche con cuscinetti a rulli ampiamente sovradimensionati.
L’estrusore monovite, basato sulla tecnologia HEX (High output EXtrusion), si caratterizza per un’elevata capacità di plastificazione, che ha consentito ridurre il diametro delle viti (anche grazie a un profilo speciale) senza pregiudicare le portate.
Il sistema di riscaldamento a resistenze elettriche offre un livello di efficienza pressoché uguale a 1, trasferendo in maniera ottimale il calore al materiale. Le resistenze sono isolate per evitare la dispersione di calore nell’ambiente e - spiega l'azienda - la vite non surriscalda il materiale anche quando ruota alla massima velocità. Più semplice, così, il raffreddamento, con positive ricadute sui consumi energetici.
La testa di accumulo a due cardiodi è di tipo FIFO (First In First Out) ed è dotata di diverter che provvede alla stratificazione bilanciata del parison. Entrando in dettaglio, nella sezione oleodinamica della testa, che consente l’estrusione tramite un pistone di espulsione, un trasduttore controlla la quantità di materiale accumulato, mentre la velocità di estrusione e lo spessore del parison vengono controllati su 500 punti. La sezione intermedia di divisione termica presenta una flangia di unione del pistone di estrusione raffreddata ad acqua, il cui flusso è controllato da una valvola pneumatica. La sezione di accumulo ed espulsione del materiale è invece dotata di finestre di evacuazione dei residui carboniosi.
Il bancale di soffiaggio è dotato di una struttura collegata al basamento principale tramite una guida con cuscinetto a sfere, soluzione che, durante il cambio stampo, consente di “spostarlo” sotto una metà dello stampo e regolare in modo accurato la posizione dell’ugello di soffio. Il movimento verticale è motorizzato e controllato da un trasduttore lineare e la posizione può essere memorizzata. Una colonna di rinforzo chiude il gruppo in modo che possa essere utilizzato anche con l’ugello inclinato.
La struttura di base comprende un cilindro idraulico (per ugello di soffiaggio con corsa fissa singola) e uno pneumatico (divaricatore) ed entrambi possono essere inclinati su elementi conici. I cilindri pneumatici (supportati su guide lineari) vengono utilizzati per divaricare il parison; la regolazione della corsa di divaricazione nelle posizioni di apertura e chiusura viene eseguita in maniera indipendente per mezzo di un ammortizzatore.
La pinza di estrazione dell’articolo soffiato è regolabile in altezza per variare la distanza fra i punti di presa e la testa, in modo da ridurre al minimo gli sfridi di produzione. I bracci di presa, comandati pneumaticamente e sincronizzati per mezzo di ruote dentate, sono supportati da guide prismatiche con cuscinetti a ricircolo di sfere.
Un cilindro pneumatico senza stelo a valvole integrate provvede alla traslazione. Il dispositivo non ha bisogno di alcuna lubrificazione, rendendo praticamente nullo il rischio di contaminazione del prodotto con-seguente alla caduta di olio o grasso. Le pinze di presa sono raffreddate ad acqua, che passa attraverso un circuito ricavato al loro interno.
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