16 novembre 2022 08:47
Dopo la lettera d'intenti siglata a maggio (leggi articolo), CJ Biomaterials (divisione della società sudcoreana CJ CheilJedang) e la statunitense NatureWorks consolidano la loro collaborazione nello sviluppo di bioplastiche a base di PHA (poli-idrossi-alcanoato) e PLA (acido polilattico) firmando un accordo quadro (Master Collaboration Agreement, MCA) per la messa a punto di nuovi blend.
L'obiettivo iniziale è lo sviluppo di polimeri biobased con nuove caratteristiche prestazionali per applicazioni negli imballaggi alimentari compostabili rigidi e flessibili, nonché per articoli destinati al mondo della ristorazione. I due partner punteranno anche ad accelerare la biodegradazione dei packaging in impianti di compostaggio, per offrire maggiori opzioni di gestione post-consumo, coerenti con un modello di economia circolare, evitando il conferimento in discarica di residui alimentari, terza fonte di emissioni di metano a livello mondiale. Imballaggi compostabili e scarti alimentari, se oportunamente trattati, possono infatti essere trasformati in compost.
"Combinando i nostri biopolimeri PHA amorfi con quelli a base PLA di NatureWorks, possiamo fornire soluzioni avanzate che migliorano la biodegradabilità e la compostabilità della plastica in applicazioni pressoché illimitate”, sostiene Seung-Jin Lee, responsabile biomateriali in CJ CheilJedang (a destra nella foto in alto). “Siamo fermamente convinti che la prossima generazione di materiali sostenibili partirà da materie prime rinnovabili e biobased, avrà un'ampia gamma di caratteristiche prestazionali personalizzabili e sarà formulata per scenari post-uso diversi, dal compostaggio al riciclo chimico - aggiunge Rich Altice, CEO di NatureWorks (a sinistra nella foto) -. Questi attributi riguardano sia il PHA PHACT di CJ, che il nostro PLA Ingeo, e abbiamo ottenuto risultati iniziali molto positivi quando abbiamo combinato questi due biomateriali".
La modifica del PLA con PHA amorfo porterebbe a miglioramenti nelle proprietà meccaniche, in termini di tenacità e duttilità, senza pregiudicare la trasparenza. Consentirebbe inoltre di modulare la biodegradabilità dell'acido polilattico e, potenzialmente, renderlo compostabile anche in ambito domestico e non solo industriale.
CJ Biomaterials produce poli-idrossi-alcanoato a marchio PHACT nel nuovo impianto realizzato in Indonesia, con capacità pari a 5.000 tonnellate annue (leggi articolo), mentre NatureWorks è nota per la gamma di biopolimeri a base di acido poliattico Ingeo, attualmente prodotti a Blair, negli Stati Uniti (150.0000 t/a), e dal 2025 anche in un nuovo complesso in costruzione in Thailandia, con capacità fino a 75.000 tonnellate annue (leggi articolo).
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