27 novembre 2017 07:23
È giunto a metà strada il progetto di ricerca europeo First2Run, avviato a luglio 2015 per dimostrare la sostenibilità tecnica, economica e ambientale di una bioraffineria integrata destinata alla produzione di bioprodotti a partire da oli vegetali estratti da colture oleaginose (come, ad esempio, il cardo), coltivate in zone aride o marginali. Coordinato dall’italiana Novamont, il progetto è finanziato con 17 milioni di euro, sui 25 complessivi, da “Bio-Based Industries Joint Undertaking” (BBB JU), partnership tra Unione Europea e consorzio delle industrie bio-based (BIC, Bio-based Industries Consortium).
Al centro del progetto quadriennale c’é la bioraffineria di Matrìca a Porto Torres, in Sardegna, dove si punta a creare una filiera sostenibile che parte dalla coltivazione del cardo fino ad arrivare alla produzione di bioprodotti utilizzabili in diversi settori industriali.
“Sono già stati ottenuti importanti risultati nello sviluppo sia della filiera agricola sia del processo chimico, che è già stato testato su scala industriale - commenta Luigi Capuzzi, direttore della Ricerca di Novamont -. Anche i prodotti di questo processo sono già stati testati con successo nel settore delle bioplastiche, mentre i primi prodotti cosmetici e lubrificanti sono già disponibili per test di laboratorio”. “Il contributo dell’Unione europea è fondamentale - sottolinea Capuzzi - perché va a finanziare un particolare stadio di sviluppo della ricerca, che esce dal laboratorio per arrivare alla piena industrializzazione”.
“L’Italia – aggiunge il ricercatore di Novamont – ha dimostrato di essere all’avanguardia nella bioeconomia. I risultati di First2Run sono condivisi con i colleghi di progetti simili in Europa: la disseminazione, infatti, è uno degli aspetti più qualificanti dei progetti europei, a cui teniamo molto”.
Oltre a Novamont, a First2Run partecipano Matrìca (Italia), Soliqz (Olanda), Sip (Regno Unito), Roelmi (Italia) e Università di Bologna (Italia).
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