24 febbraio 2017 07:42
BASF ha chiuso l’esercizio 2016 con un giro d’affari di 57,6 miliardi di euro, in flessione del 18% rispetto all’anno precedente (70,4 miliardi), mentre i margini operativi netti, prima delle poste straordinarie (Ebit), si sono attestati a 6,3 miliardi, il 6% in meno rispetto al 2015.
EFFETTO OIL&GAS. A impattare negativamente sul fatturato, come prevedibile, è stato il disinvestimento delle attività di trading e stoccaggio gas, completato nel settembre 2015, che valevano da sole circa 10 miliardi di euro. Se la variazione del perimetro di portafoglio è responsabile della flessione delle vendite per il 15%, la caduta dei prezzi ha inciso per il 4% e le fluttuazioni valutarie per l’1%, mentre i volumi sono aumentati del 2%, con una punta del +4% nel segmento Chemicals.
Sull’Ebitda, sceso l’anno scorso di 430 milioni di euro, ha concorso in massima parte il segmento Oil & Gas, che da solo ha registrato un calo di 850 milioni, sia a causa del disinvestimento di trading e storage (-260 milioni), sia per i minori prezzi di vendita. Sono invece migliorati i margini nell’area chimica, grazie al buon andamento dei segmenti Performance Products (+379 milioni) e Functional Materials & Solutions (+297 milioni).
OUTLOOK 2017. Per l’anno in corso, BASF prevede di aumentare le vendite in modo significativo, anche grazie ad un accelerazione della crescita economica a livello mondiale (+2,3%) e alla ripresa dei prezzi di vendita. Cauto ottimismo viene espresso dal CEO di BASF, Kurt Bock: “Vogliamo crescere ancora, con tutti i segmenti a contribuire a questo risultato - ha dichiarato -. Ancora più importante, vogliamo tornare a veder crescere i nostri margini, anche nel segmento oil&gas. L’economia globale crescerà probabilmente allo stesso livello dell’anno scorso e, in previsione di una significativa incertezza politica, la volatilità resterà elevata”.
Il gruppo chimico tedesco prevede un rallentamento della crescita economica nell’Unione europea, una lieve ripresa negli Stati Uniti e una frenata dell’economia cinese, mentre dovrebbe concludersi la parabola negativa in Russia e Brasile.
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