19 dicembre 2016 18:21
Una notizia che non piacerà alle aziende italiane dei beni strumentali: il Consiglio europeo ha deciso oggi di prolungare di sei mesi, fino al 31 luglio 2017, le sanzioni economiche alla Russia, introdotte due anni fa da Bruxelles in risposta alle azioni della Russia volte a destabilizzare la situazione in Ucraina.
AMBITO DI APPLICAZIONE. Le sanzioni economiche prorogate dalla decisione limitano l’accesso ai mercati dei capitali primari e secondari dell’UE da parte dei cinque maggiori enti finanziari russi di proprietà dello Stato e delle loro filiali controllate a maggioranza stabilite al di fuori dell’UE, nonché di tre grandi società russe attive nel settore energetico e di tre operanti in quello della difesa; inoltre, impongono un divieto di esportazione e di importazione per quanto riguarda il commercio di armi e stabiliscono un divieto di esportazione dei beni a duplice uso per scopi militari o utilizzatori finali militari in Russia. Infine, limitano l'accesso russo a determinati servizi e tecnologie sensibili che possono essere utilizzati per la produzione e la prospezione del petrolio.
Oltre a queste sanzioni economiche, in risposta alla crisi in Ucraina sono in vigore altre restrizioni importe dalla UE, tra cui misure individuali mirate.
LE RAGIONI. Il 19 marzo 2015 il Consiglio europeo aveva deciso di far dipendere la durata delle sanzioni dalla piena attuazione degli accordi di Minsk, entro il termine del 31 dicembre 2015. Dal momento che a tale data gli accordi non erano stati pienamente attuati, il Consiglio ha prorogato le sanzioni fino al 31 luglio 2016 e il 1º luglio 2016 fino al 31 gennaio 2017. Dopo aver valutato l’attuazione degli accordi di Minsk, in occasione della riunione del Consiglio europeo del 15 dicembre, i capi di Stato o di governo hanno preparato il terreno per rinnovare le sanzioni per un ulteriore periodo di sei mesi, fino al 31 luglio 2017. Il 19 dicembre 2016 il Consiglio ha formalizzato tale decisione mediante procedura scritta e, come previsto per tutte le decisioni di proroga di misure restrittive, all’unanimità.
RITORSIONI. Sebbene le misure riguardino solo settori industriali ben delimitati, per ritorsione la Russia ha attuato una serie di misure protezionistiche che stanno colpendo il commercio internazionale in settori come l’agroalimentare, beni strumentali, meccanica e arredamento. Situazione aggravata dal calo dei prezzi del petrolio che hanno innescato una recessione che ha drasticamente ridotto la domanda di beni e servizi.
Secondo alcune stime, in poco più di due anni le sanzioni alla Russia sono costate al sistema Italia tra dieci e dodici miliardi di euro di mancate esportazioni. il punto più alto dell’interscambio italo-russo si è registrato nel 2013, con circa 55 miliardi di dollari, con il nostro paese al secondo posto tra i partner commerciali europei alle spalle della Germania.
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