15 dicembre 2016 08:50
La chimica europea si appresta a chiudere un anno, il 2016, con una produzione stagnante, allo stesso livello dello scorso anno, con previsioni di una leggera crescita, non superiore al mezzo punto percentuale, nel corso del 2017, in uno scenario che si prefigura volatile e difficile.
Secondo Cefic, associazione europea dell’industria chimica, il settore sconta la crescente concorrenza internazionale, sempre più difficile da affrontare con gli alti costi di produzione che contraddistinguono il vecchio continente. Così, mentre la domanda globale di prodotti chimici continua a crescere anno dopo anno, lo stallo della chimica europea comporta una perdita di quote rispetto ai competitor internazionali, tanto che oggi il comparto si colloca al terzo posto dopo Asia e Stati Uniti in termini di giro d’affari. Ciò nonostante, sottolinea Cefic, l’industria del settore continua a mantenere le proprie capacità produttive in Europa.
Il saldo nullo del 2016 nasconde però una disomogeneità a livello settoriale, con segmenti che vedono crescere la produzione e altri in declino. La chimica di base, dopo anni di flessione, quest’anno chiuderà in positivo grazie alle basse quotazioni del petrolio, sebbene permangano significativi svantaggi competitivi rispetto ad altre regioni, a partire dai costi dell’energia o dell’etilene.
Si registra invece una crescita della produzione di polimeri, grazie alla solida domanda di settori chiave come automobile, imballaggio ed elettronica. Produzione in calo, invece, per inorganici, chimica fine e di specialità. La forte concorrenza internazionali pesa inoltre sulle esportazioni di chimica di consumo, riflettendosi sui volumi produttivi.
Per il 2017, Cefic prevede un trend positivo per la produzione di plastiche e gomma, grazie soprattutto al traino dell’edilizia e dell’imballaggio, mentre è prevista in rallentamento la domanda proveniente dall’industria automobilistica.
La chimica europea conta novemila imprese, per il 96% di piccole e medie dimensioni, che danno lavoro a 1,2 milioni di persone e investono ogni anno oltre 20 miliardi di euro in conto capitale e 9,1 miliardi in ricerca e sviluppo. Per quanto concerne la distribuzione del fatturato - 519 miliardi nel 2015 -, petrolchimica di base (26%) e chimica di specialità (28%) valgono oltre metà del totale, i polimeri (plastiche, gomma e fibre) circa il 20% e il restante è suddiviso tra chimica di consumo (12%) e chimica inorganica di base (13%).
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