Il Ministro Guidi firma il decreto di riconoscimento area di crisi industriale complessa. Investimenti anche nei prodotti biobased.
21 maggio 2015 05:42
Uno spiraglio per il rilancio dell’area industriale di Gela arriva dal Ministero delle Sviluppo economico con la firma, apposta ieri dal Ministro Federica Guidi, sul decreto di riconoscimento come area di crisi industriale complessa.
In base al Protocollo di intesa sottoscritto il 6 novembre 2014 - si legge in una nota - il decreto avvia un percorso che porterà a una profonda revisione del modello industriale del sito produttivo di Gela e alla definizione del conseguente piano di riconversione dell’intera area.
Il programma di sviluppo prevede investimenti, da parte di ENI, fino a 2,2 miliardi di euro e si articola in quattro punti, uno dei quali dedicato a prodotti sostenibili partendo da materie rinnovabili (Piattaforma Green Refinery), con un intervento che, a regime, prevede l’impiego di 400 lavoratori. Nel territorio saranno inoltre creati centri di competenza in materia di sicurezza, con il coinvolgimento di 180 addetti.
Un terzo punto riguarda lo sviluppo delle attività upstream, soprattutto nel gas, con l’avvio di nuove attività di esplorazione e produzione di idrocarburi in Sicilia e nell’offshore, oltre alla valorizzazione delle potenzialità dei campi già in esercizio, offshore ed onshore.
Infine, il piano prevede azioni di risanamento ambientale, inclusa la bonifica delle aree ricadenti nel Sito di Interesse Nazionale (SIN) di Gela, con impiego a regime di una trentina di addetti.
Il protocollo del novembre 2014 prevede la conversione della raffineria di Gela in una bioraffineria per diesel verde alimentata con olio di palma, da 750.000 tonnellate annue, che dovrebbe entrare in funzione nel primo semestre 2017 con un investimento complessivo di 220 milioni di euro.
Nel protocollo c’è anche l’impegno, da parte di Versalis, di condurre uno studio di fattibilità per realizzare un impianto da 5mila tonnellate annue di lattici naturali partendo da biomassa (guayule) e sviluppare una filiera agricola a supporto dell’unità.
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