Schede azienda
Blog

Colpo di scena: Coca-Cola, Pepsi, Nestlé appoggiano un sistema di deposito europeo

sabato 26 settembre 2020

"Finalmente dopo decenni di dura opposizione ai sistemi di deposito per i contenitori di bevande le grandi multinazionale del beverage, insieme a dozzine di altri produttori di bevande stanno ora perorando per un’introduzione di sistemi di deposito (DRS: Deposit Return Systems) in tutti gli stati membri. L’Associazione Comuni Virtuosi accoglie con grande soddisfazione questa importante, quanto inevitabile, svolta intrapresa dall’industria delle bevande".

La dichiarazione è arrivata attraverso un comunicato pubblicato ieri sul sito di Euractiv da parte di due associazioni europee del settore : la EFWB che rappresenta più di 500 produttori europei di acqua in bottiglia, e l’UNESDA Soft Drinks Europe, che rappresenta i produttori di bibite che operano in Europa, tra cui Coca-Cola, Pepsico, Danone, Nestlé Waters e Red Bull.

Nella lettera aperta le associazioni dicono di voler massimizzare la raccolta e il riciclaggio di tutti gli imballaggi per bevande: dal vetro, cartone, lattine alle bottiglie in PET. Per queste ultime la direttiva UE sulla plastica monouso (SUP), richiede che ne venga raccolto entro il 2029 il 90% , con un obiettivo intermedio del 77% al 2025. La direttiva SUP stabilisce inoltre che le bottiglie in PET per bevande devono contenere il 25% di contenuto riciclato entro il 2025 e fino al 30% nel 2030.

Per raggiungere questi obiettivi, le due associazioni di categoria rimarcano che l’Europa avrà bisogno di sistemi di raccolta per gli imballaggi altamente efficaci. Se guardiamo alle prestazioni di raccolta e riciclo delle bottiglie per bevande in PET nei paesi membri risulta improbabile che tutti saranno in grado di raggiungere gli obiettivi definiti dalla direttiva.

La EFWB e l’UNESDA ritengono che sistemi di deposito (DRS) ben progettati potrebbero essere la chiave per un veloce raggiungimento degli obiettivi europei – e un numero crescente di Stati membri dell’UE sta arrivando alla stessa conclusione e sta valutando una loro introduzione", ha affermato Hans van Bochove, Vicepresidente senior per gli affari pubblici e le relazioni con il governo dei partner europei di Coca-Cola che concorda anche sul fatto che: “un DRS ben progettato consentirebbe all’UE di raggiungere i suoi obiettivi di raccolta per le bottiglie per bevande più rapidamente e garantirebbe anche il rPET di qualità alimentare che le nostre le industrie hanno bisogno. Oltre a garantire un riciclo a ciclo chiuso un DRS ridurrebbe anche la quantità di materiali vergini necessari, abbassando così l’impronta di CO2 dell’UE contribuendo così al raggiungimento dei suoi obiettivi per il clima ” .

Le due associazioni affermano che un sistema efficiente di deposito deve soddisfare alcuni importanti criteri di progettazione: dovrebbe avere una portata nazionale, dovrebbe essere il più ampio possibile coprendo tutte le categorie di bevande ed essere istituito e gestito dall’industria coinvolta dal sistema attraverso un’organizzazione no-profit. Inoltre, un DRS dovrebbe essere conveniente per il consumatore, accompagnato da una chiara comunicazione sull’ammontare del deposito/cauzione e relativi scopi e prevedere una rete di facile accesso per la restituzione dei vuoti e relativi depositi. Il meccanismo della cauzione dovrebbero incentivare una cultura del recupero e infine un DRS dovrebbe garantire ai produttori di bevande l’accesso a materiale riciclato per un utilizzo a ciclo chiuso (cioè da bottiglia a bottiglia).  

Sempre secondo le due associazioni di categoria la Commissione Europea potrebbe svolgere un ruolo importante nel rendere i sistemi di deposito una realtà sviluppando ad esempio delle linee guida per una loro attuazione.

Sull’esempio di quanto avvenne con la pubblicazione delle linee guida guida sui requisiti minimi per i regimi di EPR (Responsabilità Estesa del Produttore) sviluppata e adottata nella revisione del 2018 della direttiva quadro sui rifiuti. Questi orientamenti potrebbero essere sviluppati come parte del lavoro della Commissione nei prossimi mesi per l’attuazione del piano d’azione per l’economia circolare e dei fondi di ripresa ( o Recovery Funds) dell’UE.

Si tratta di una svolta storica“, ha affermato Recycling Netwerk Benelux, una delle Ong più attive in Europa nella promozione dei sistemi di deposito, che, l'Associazione Comuni Virtuosi, aderisce alla piattaforma europea Reloop per la promozione dell’economia circolare, con particolare focus sui sistemi di riuso. “Cinque anni fa, tutti i produttori di bevande erano ancora tradizionalmente contrari a un deposito sulle bottiglie di plastica. Di conseguenza, alcuni governi europei hanno dimostrato una certa riluttanza ad attuare questa misura ambientale. Ora che le stesse società coinvolte chiedono un sistema di deposito, non c’è più motivo di esitare. Un sistema di deposito con cauzione riduce la quantità di bottiglie di plastica disperse nell’ambiente dal 70 al 90 percento. Per i governi di paesi come Francia, Spagna e Belgio, questo deve essere il segnale di partenza per introdurre finalmente una legislazione nazionale ” ha affermato l’organizzazione ambientale.

Non ci sono dubbi sul fatto che senza la pressione esercitata dagli obiettivi imposti dalla Direttiva SUP (Single Use Plastics) che deve essere recepita entro il prossimo 3 luglio, non avremmo assistito a questa “improvvisa” capitolazione di resistenze industriali che hanno dominato gli scenari internazionali per decenni. Questa svolta era d’altronde inevitabile perché non esistono di fatto altri strumenti oltre ai DRS che possono portare in meno di due anni la percentuale di intercettazione oltre al 90%. Lo dimostra il caso della Lituania, l’ultimo stato europeo ad avere introdotto un sistema di deposito qualche anno fa di cui ho raccontato sul sito comuni virtuosi.

L’ITALIA A CHE PUNTO E’ ?

Venendo all’Italia, l’obiettivo di intercettazione del 77% al 2025 per le bottiglie in PET rimane piuttosto sfidante. Questo nonostante l’entrata in campo di Coripet. Senza una legge nazionale che imponga un sistema di deposito con una cauzione che imposta sul prezzo di vendita delle bevande, è tutto più complicato, sia per la parte operativa che richiederebbe l’installazione in tempi brevi e capillarmente su tutto il territorio di un numero sufficiente di macchine di Reverse Vending, che sul versante della sostenibilità economica.
Nei sistemi di deposito nazionali ci sono diverse facilitazioni per i partecipanti tra i quali un meccanismo di compensazione dei costi sostenuti che attinge ad un fondo creato dalle fee ricevute dai produttori per i contenitori di bevande che non sono rientrati nel sistema. Questo importo milionario riferito a depositi che non hanno potuto essere restituiti agli utenti (relativi al 10% circa della quantità di contenitori immessi annualmente sul mercato ) viene ripartito ogni anno tra i soggetti che partecipano al sistema.(1) Anche l’importo della cauzione che in Italia non viene applicata, non essendoci una legge di riferimento,  ha di fatto un peso importante nel successo del sistema. Come si è visto dai paesi dove i sistemi di deposito sono in vigore da anni, se è troppo bassa ci sono meno probabilità che i contenitori vengano restituiti, se è troppo alta può offrire sponda a vari tipi di frodi. Un sistema di deposito è costoso ma i casi dei paesi in cui è stato adottato dimostrano che si ripaga da se’, e che tutti i portatori di interesse che partecipano ad un sistema ne traggono vantaggi anche di natura economica.

Un requisito di fondamentale importanza (come indicato anche da EFWB UNESDA) è che un sistema di deposito includa tutti i tipi di contenitori come le bottiglie in vetro e le lattine ( che ormai sono circa 3 volte più numerose delle bottiglie nel littering e cestini stradali). Altrimenti c’è il rischio concreto che i produttori di bevande confezionino una parte dei loro prodotti su tipologie di contenitori non coperte da un DRS, vedi, ad esempio, le sperimentazioni paper bottle di Carlsberg o l’utilizzo di cartoni da parte di alcune marche di acqua in bottiglia.

Ma questo lo vedremo più avanti, perché in Italia una discussione e un confronto sui sistemi di deposito non è, sorprendentemente, neanche iniziata. I pochi articoli pubblicati che entrano un minimo nel dettaglio dei sistemi di deposito esistenti credo siano quelli che ho scritto io.

Tuttavia con questa svolta “epocale” da parte dei produttori di bevande, è necessario che il governo italiano prenda in mano la questione e dia l’incarico all’ISPRA, ad ARERA, o ad altra organizzazione indipendente e accreditata, di redarre un primo studio che delinei costi e benefici di quale potrebbe essere il modello di deposito più adatto per il nostro paese. si può fare partendo da un'alisi di quelli esistenti e di quelli in divenire per quanto riguarda la legislazione e il modello adottato, che serva da base per lo sviluppo di una legge nazionale. Non è più necessario partire da zero, esiste ormai una solida evidenza da cui attingere.

Con una decina di paesi europei che hanno da tempo in vigore un sistema di deposito per bottiglie di plastica e lattine, e 11 governi europei che hanno deciso di introdurre o espandere il proprio sistema nazionale come l'Olanda sarebbe il caso di non dormire sugli allori di alcune nostre buone performance di recupero di materia.

Sempre se non vogliamo correre il rischio di diventare in questa classifica europea il fanalino di coda. Siamo già stati “sorpassati a sinistra” da Romania, Grecia e Turchia.

(1) Videocome funzionano i sistemi di deposito (italiano)

di: silvia ricci
"Gli articoli in questa sezione non sono opera della redazione ma esprimono le opinioni degli autori"
Numero di letture: 17140
DALLO STESSO AUTORE
avatar

Ma è vero che l’Italia non ha bisogno di un DRS in quanto “eccellenza del riciclo”?

Anche l'Italia avrebbe bisogno di un Sistema di Deposito Cauzionale per raggiungere gli obiettivi della Direttiva SUP di raccolta e di contenuto riciclato per le bottiglie in PET, per ridurre drasticamente lo spreco di sette miliardi di contenitori che sfuggono al riciclo ogni anno e per ridurre il consumo di materie prime vergini impiegate nel packaging.

di: silvia ricci

avatar

Deposito Cauzionale: in uno studio i vantaggi per l´Italia e il riciclo

Nonostante l'opposizione al Regolamento resti ancora un punto fermo nella comunicazione del Governo e di alcuni comparti industriali la Campagna "A Buon Rendere" crede nella necessità di un confronto tra tutti gli stakeholder che giocano un ruolo in un Sistema di Deposito Cauzionale. Per stimolare un dibattito costruttivo presenta il 15 giugno a Milano il suo primo Studio “Sistema di deposito cauzionale: quali vantaggi per l´Italia ed il riciclo” .

di: silvia ricci

avatar

Il Deposito Cauzionale al centro del dibattito pubblico è un’ottima notizia, nonostante tutto

Non si può dire che il tema imballaggi, insieme a quello del deposito cauzionale, non sia stato di attualità nelle ultime settimane arrivando per la prima volta su quotidiani mainstream, testate economiche e in qualche edizione dei TG.

di: silvia ricci

avatar

Milano: l'acqua del Sindaco diventa "à porter" in brick "ecologici e sostenibili"

L'iniziativa del Comune di Milano con l'acqua del Sindaco imbottigliata "à porter", comoda e sostenibile, da consumare ovunque" fa a cazzotti con l'ecologia e con l'opportunità in un modo così evidente, che solamente (o quasi) il marketing dietro al lancio non è stato in grado di capire e prevedere.

di: silvia ricci

avatar

Raccolta differenziata e DRS: convivenza possibile anche in Italia

Anche nel nostro paese dovrà prima o poi entrare in vigore un sistema di deposito cauzionale per i contenitori di bevande. Quali sono i sistemi di cauzionamento più moderni ed efficaci a cui dovremmo ispirarci?

di: silvia ricci

avatar

DL Semplificazioni: non è in programma un ritorno del vuoto a rendere

In Europa diversi Paesi hanno già introdotto o stanno per introdurre sistemi di deposito cauzionali per imballaggi monouso di bevande. Quali scenari si aprirebbero ora per l’Italia?

di: silvia ricci

avatar

Direttiva SUP: per l’Italia il recepimento può attendere...

Nonostante i vari interventi del Ministro Cingolani apparsi sui media nelle settimane precedenti alla data di entrata in vigore della Direttiva sulle plastiche monouso SUP, l’Italia ha finito per non recepire la direttiva entro il termine del 3 luglio. Che cosa ne pensano della posizione dell'Italia in Europa?

di: silvia ricci