Ampacet estende al settore dell'imballaggio una tecnologia sviluppata per prodotti farmaceutici, cosmetici, esplosivi e fitofarmaci.
6 giugno 2011 07:08
La richiesta di una maggiore tracciabilità di prodotti alimentari, medicinali, cosmetici o ricambi sta trasferendo agli imballaggi per beni di largo consumo tecnologie un tempo impiegate per prodotti hi-tech. E' il caso dei marcatori molecolari, che la statunitense Ampacet propone con il marchio AmpaTrace anche per applicazioni di imballaggio, in modo tale da poter verificare, in ogni fase della filiera distributiva, la provenienza del prodotto.
La tecnologia della 'firma molecolare' viene utilizzata da tempo per prodotti che richiedono un controllo di provenienza a prova di manomissioni, come nel caso di prodotti farmaceutici, esplosivi, fitofarmaci, o banconote. Il principio di funzionamento è semplice: una speciale sostanza chimica viene aggiunta ai masterbatches utilizzati nella produzione dell'imballaggio; la presenza del marcatore può essere rapidamente verificata attraverso esami di laboratorio, oppure direttamente nel punto vendita, con speciali rilevatori forniti dalla stessa Ampacet. In funzione del livello di sicurezza richiesto, e del costo, si possono utilizzare sostanze rilevabili ai raggi UV o agli infrarossi, o che sfruttano il comportamento magnetico. La società propone soluzioni adatte per imballaggi rigidi o flessibili trasformati mediante tecnologie di stampaggio ad iniezione, soffiaggio o estrusione.
“I produttori possono applicare i marcatori AmpaTrace da soli o nell'ambito di un più complesso sistema di tracciabilità che comprenda anche codici a barre, etichette digitali o altri dispositivi – commenta Rich Novomesky di Ampacet – Il sistema è adatto sia per fini di tracciabilità del prodotto che per sicurezza anticontraffazione; in caso di dispute legali, può servire ad attestare la provenienza di ciò che è contenuto nell'imballaggio”.
L'industria del falso è in continua espansione e non riguarda più solo prodotti di alta moda, video e CD, ma anche componentistica auto ed aerospaziale, medicinali salvavita, alimenti e bevande. Secondo Novomesky, circa il sette per cento di tutti i prodotti venduti è contraffatto, con perdite per l'industria stimate in oltre 200 miliardi di dollari solo negli Stati Uniti.
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