19 giugno 2025 08:47
Il 17 giugno, i ministri dell’Ambiente dell’UE hanno adottato la loro posizione sul Regolamento relativo ai veicoli fuori uso (ELV), introducendo alcune modifiche rispetto alla versione elaborata dalla Commissione.
Punto nodale della questione resta il contenuto minimo di plastiche riciclate nei nuovi veicoli e la tempistica per raggiungere questo obiettivo.
In prima battuta, il Consiglio UE ha deciso di alzare l'asticella, introducendo nell'ambito di applicazione i veicoli pesanti, i veicoli a due o tre ruote e i quadricicli, e non solo autovetture e furgoni come nella stesura orignale del documento.
Sul fronte delle plastiche, invece, il Consiglio si è mostrato più timido. La proposta si articola infatti in tre fasi con un obiettivo di contenuto riciclato del 15% da raggiungere entro 6 anni dall'entrata in vigore del regolamento, per poi passare al 20% entro 8 anni e, infine, raggiungere la soglia del 25% dopo 10 anni (la stessa indicata dalla Commissione, ma entro sei anni).
Tempistica che non piace però ai produttori europei di materie plastiche, più orientati ad abbreviare i tempi: "Accogliamo con favore i progressi compiuti oggi dal Consiglio dei Ministri, un passaggio particolarmente importante in un momento in cui l’industria ha urgente bisogno di chiarezza normativa per poter sviluppare su larga scala le innovazioni circolari", commenta Katharina Schlegel, Circularity Director di PlasticsEurope. "Sebbene gli sviluppi odierni siano promettenti, resta evidente un ampio margine di miglioramento".
L'associazione apprezza infatti la conferma dell’obiettivo del 25% di plastica riciclata nei nuovi veicoli, ma concorda con la proposta della Commissione affinché tale obiettivo entri in vigore dopo 72 mesi, e non dopo 120 come indicato dal Consiglio. "Riteniamo che un obiettivo minimo del 25% di contenuto riciclato nelle plastiche automobilistiche, utilizzando tutte le tecnologie di riciclo, con un massimo del 5% proveniente da fonti circolari come le materie prime bio-based, sia realistico e raggiungibile", afferma Schlegel.
In alternativa, Plastics Europe chiede l'inclusione esplicita delle plastiche biobased nell’Articolo 55, riconoscendo così l’importanza crescente dell’innovazione sostenibile nei materiali in Europa. "Il ritardo di 95 mesi per l’inclusione formale delle plastiche bio-based è eccessivo", conclude la funzionaria di PlasticsEurope, "invitiamo Consiglio e Parlamento ad anticipare senza indugio questa tempistica, affinché le soluzioni bio-based possano contribuire alla transizione circolare".
Sul tema è intervenuta anche EuRIC, che rappresenta a livello europeo tutte le filiere del riciclo. Vengono apprezzati l'inserimento di una clausola speculare per le importazioni e l’obbligo di audit di terze parti per gli impianti che producono materiali plastici riciclati – sia all’interno che all’esterno dell’UE.
Diverso, invece, è il parere su target e tempistiche. "Ridurre l’obiettivo di contenuto riciclato dal 25% al 15% è un passo indietro", sostiene l'associazione. "Attualmente, l’80% delle plastiche provenienti dai veicoli fuori uso finisce ancora in discarica o viene incenerito. Questo non cambierà senza obiettivi vincolanti che stimolino sia l’offerta che la domanda". "Mantenere l’obiettivo del 25% di plastica riciclata proveniente da rifiuti post-consumo, inclusa la quota del 25% in closed-loop, avrebbe fornito un segnale chiaro e coerente per stimolare gli investimenti nelle filiere circolari delle plastiche".
Con questa presa di posizione, il Consiglio è pronto ad avviare i negoziati con il Parlamento europeo non appena quest'ultimo avrà adottato la sua posizione.
Vedi anche: Orientamento generale del Consiglio sul regolamento relativo ai veicoli fuori uso (PDF)
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