12 marzo 2025 08:51
Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, è tra i firmatari - insieme ad altri colleghi della UE - del ‘non paper’ sulla chimica europea che sancisce la nascita di una vera e propria alleanza per il rilancio del settore.
Nel documento, si chiede alla Commissione europea di elaborare un EU Critical Chemicals Act che, come già avvenuto con il Critical Raw Material Act, identifichi una lista di molecole strategiche per i settori della chimica e delle industrie a valle (automotive, edilizia, farmaceutica, agroalimentare, green tech), riconoscendo anche la criticità di quelle con forti squilibri commerciali e dipendenza da paesi extra-UE.
I firmatari invitano Bruxelles a introdurre incentivi per la modernizzazione e la decarbonizzazione degli impianti esistenti, oltre a interventi per il reshoring delle produzioni delocalizzate all'estero o non più presenti in Europa.
Viene anche sottolineata la necessità di incentivare l’innovazione, la ricerca di alternative sostenibili e lo sviluppo di nuove piattaforme produttive, tra cui bioplastiche e riciclo di rifiuti plastici, garantendo l'accesso competitivo alle materie prime essenziali.
“L’Europa non può fare a meno della chimica di base, che rappresenta il pilastro di ogni filiera industriale - afferma il ministro Urso (nella foto) -. Oggi ci troviamo di fronte a un paradosso: produrre in Europa è spesso meno conveniente che importare prodotti chimici dall’estero. Questa tendenza va invertita".
"Dobbiamo rilanciare la competitività del nostro sistema industriale, accompagnando la transizione green con pragmatismo e determinazione - aggiunge il ministro -. È questo l'impegno preso anche ieri al Tavolo Versalis, con le organizzazioni sindacali e le Regioni interessate. Difendere la capacità produttiva europea significa rafforzare l’autonomia strategica del nostro continente nella transizione green, un obiettivo che noi condividiamo, come dimostra anche il piano di riconversione industriale dell'azienda dell'ENI".
Il documento è stato siglato da otto paesi (Italia, Francia, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, Spagna, Ungheria e Paesi Bassi), ma - curiosamente - non dalla Germania, dove risiede la principale base industriale chimica a livello europeo.
Sarà discusso al Consiglio Competitività che si tiene oggi a Bruxelles, in cui si affronterà - oltre alla situazione dell'industria chimica - anche la revisione del CBAM, sollecitata dall'Italia con un ‘non paper’ insieme con la Polonia.
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