27 febbraio 2025 08:42
[aggiornato] Si è tenuto ieri a Roma, sotto la sede del gruppo ENI all'EUR, un presidio della Cgil con le rappresentanze di categoria Filctem Cgil, Fiom Cgil, Filt Cgil, Fillea Cgil per dimostrare contro il piano di ristrutturazione della chimica di base annunciato da Versalis (leggi articolo).
Nella stessa sede, i sindacati dei chimici Filctem Cgil e Femca Cisl, Uiltec Uil erano seduti al tavolo con ENI per discutere della complessa vertenza. Riunione che è stata però abbandonata dai rappresentanti di Filctem Cgil, che hanno accusato il gruppo energetico italiano di non voler trattare e si sono dichiarati pronti a proclamare uno sciopero dei lavoratori della chimica.
“Respingiamo fermamente le modalità con le quali ENI sta affrontando la discussione sullo smantellamento della chimica di base in Italia - ha spiegato il segretario confederale della Cgil Pino Gesmundo -. Non c’è la volontà politica di fare una trattativa, l’azienda ha discusso solamente di ‘tattica’ per gestire la vertenza. A questo ci opponiamo fermamente".
Secondo il dirigente sindacale “l'azienda ha riconfermato che il piano è quello presentato, e non ha intenzione di tornare indietro anche a dispetto delle opinioni espresse dalle Istituzioni locali che, sempre a detta dell’azienda, o accettano il piano o faranno i conti con le chiusure”.
"Nei prossimi giorni - ha concluso Gesmundo - avvieremo un percorso di mobilitazione e presidi anche sotto il MIMIT, non escludendo l’utilizzo dello sciopero di tutte le lavoratrici e di tutti i lavoratori del settore”.
In serata, un portavoce di ENI ha ribadito la posizione del gruppo: "Lo sviluppo dei nuovi progetti, per i quali sono previsti investimenti per 2 miliardi di euro, è condizionato alla fermata dei cracking di Brindisi e Priolo. Lo stop è necessario al fine di ridurre le ingenti e costanti perdite causate da una crisi strutturale e irreversibile del settore a livello europeo e consentire lo sviluppo dei nuovi progetti".
Secondo ENI, l'incontro con i rappresentanti sindacali presenti al tavolo "ha prodotto progressi significativi nello sviluppo del piano, tra cui la possibilità di mantenere in conservazione gli impianti di Brindisi dopo la fermata nell’ipotesi di recupero di sostenibilità, e un nuovo sviluppo industriale a Ragusa a supporto delle nuove filiere produttive".
La società ribadisce, inoltre, che non vi saranno impatti sulle attività degli stabilimenti Versalis di Ferrara, Ravenna e Mantova, "che già oggi vengono riforniti via nave o via tubo da Porto Marghera, e che continueranno a esserlo con prodotti acquisiti a livello globale, a prezzi più vantaggiosi e da diverse aree geografiche del mondo, come di fatto già avviene per buona parte delle forniture di tali prodotti in Italia".
Oggi il gruppo ENI ha presentato i risultati finanziari 2024, che vedono - nel caso di Versalis - una perdita operativa di 814 milioni di euro, superiore ai 614 milioni dell'anno precedente (leggi articolo).
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