4 novembre 2024 08:43
European Bioplastics (EUBP) ha accolto con favore l'inclusione, nel Regolamento sui Prodotti Fertilizzanti (FPR) 1009/2019, di alcuni prodotti biodegradabili nel suolo, come i film pacciamanti, gli agenti di rivestimento e i polimeri idroritentori, entrati a far parte della categoria dei materiali costituenti (CMC) 9 “Altri Polimeri.” In particolare - sottolinea l'associazione europea -, i film pacciamanti biodegradabili sono stati designati 'miglioratori del suolo' nella relativa categoria funzionale del prodotto (PFC).
Questi prodotti potranno quindi fregiarsi del marchio CE: i film pacciamanti biodegradabili dal 20 novembre di quest'anno, mentre agenti di rivestimento e polimeri idroritentori dal 17 ottobre 2028. Il marchio attesta che i prodotti soddisfano i requisiti di sicurezza, salute e protezione ambientale dell'UE e possono quindi essere commercializzati senza restrizioni nell'area economica europea.
"I film pacciamanti biodegradabili certificati sono utilizzati in agricoltura da oltre 20 anni, con comportamenti agronomici e di fine vita ampiamente valutati - commenta Hasso von Pogrell, Direttore di European Bioplastics -. Hanno dimostrato un’efficacia paragonabile ai film plastici convenzionali, soprattutto in termini di aumento della resa e della qualità delle colture, controllo delle erbe infestanti, aumento della temperatura e dell’umidità del suolo".
In aggiunta - afferma l'associazione dei produttori europei di bioplastiche - i film pacciamanti biodegradabili certificati offrono rilevanti benefici quando il recupero e riciclo dei film agricoli convenzionali non è praticabile e si rischia la perdita di strato superficiale del suolo o l'accumulo di microplastiche persistenti.
I film pacciamanti convenzionali sottili, con spessori anche inferiori a 30 µm, sono inoltre difficili da recuperare e possono accumularsi nei campi.
"Viceversa, i film pacciamanti biodegradabili sono formulati per biodegradarsi direttamente nel suolo, eliminando la necessità di recupero, riciclo o smaltimento post-raccolta - conclude von Pogrell -. La loro inclusione nel FPR segna un passo significativo verso la promozione di una bioeconomia sostenibile nel settore agricolo, affrontando al contempo il problema delle microplastiche persistenti nei terreni".
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