9 settembre 2024 14:59
La Federazione dell'industria chimica europea, Cefic, ha accolto con favore il Rapporto Draghi sul futuro della competitività in Europa, presentato oggi a Bruxelles dall'economista italiano (testo QUI).
"Il Professor Draghi ha ascoltato la nostra richiesta di un Industrial Deal - afferma Ilham Kadri, CEO di Syensqo e Presidente di Cefic -. Dopo il vertice di Anversa del 20 febbraio 2024, quasi 1300 operatori del settore hanno firmato la Dichiarazione di Anversa (leggi articolo). La competitività non è mai stata così in alto nell'agenda politica europea".
La Dichiarazione di Anversa chiedeva la nomina di un Primo vicepresidente per l'Industrial Deal. "Abbiamo chiesto di combinare industria, commercio e politica di concorrenza in un approccio integrato. Il Professor Draghi è giunto alla stessa conclusione".
Secondo la Presidente di Cefic: "non è tempo per l'ordinaria amministrazione in Europa. Questo rapporto fornisce proposte che necessitano di un'implementazione urgente: è la nostra occasione per fare le cose per bene".
Per l'industria chimica ciò significa affrontare la decarbonizzazione, le dipendenze in un contesto di concorrenza globale e finanziare la transizione per i settori difficili da decarbonizzare, affinché l'Europa possa tornare a essere leader in questo settore.
"Credo di poter parlare a nome di tutti i firmatari della Dichiarazione di Anversa quando dico che è tempo che le istituzioni dell'UE e degli Stati membri reagiscano a questo campanello d'allarme per l'Europa - aggiunge Ilham Kadri (nella foto) -. Se queste raccomandazioni non verranno implementate, come ha detto oggi il Professor Draghi, l'Europa entrerà in una lenta agonia, che l'industria e i suoi lavoratori non possono permettersi".
Il rapporto chiede a Bruxelles un nuovo approccio legislativo. Invita gli Stati membri a rivedere l'unanimità nelle decisioni e indica che occorre allocare tra il 4% e il 5% del PIL UE per raggiungere gli obiettivi, ovvero l'equivalente di 3-4 piani Marshall, per i quali devono essere trovati nuovi strumenti finanziari.
Tre sono le aree di intervento proposte nel documento. In primo luogo, orientare radicalmente gli sforzi collettivi per colmare il divario di innovazione con gli Stati Uniti e la Cina, soprattutto nelle tecnologie avanzate. Serve poi un piano congiunto per la decarbonizzazione e la competitività, perché se non si riescono a coordinare le diverse politiche, c’è il rischio che la decarbonizzazione sia contraria alla competitività e alla crescita. Infine, la terza area d’azione è l’aumento della sicurezza e la riduzione delle dipendenze.
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