Per
Deni Severini, presidente della sezione Chimica, plastica e farmaceutica di
Confindustria Toscana Nord, quella che incombe sul settore della trasformazione di materie plastiche è una "
tempesta perfetta", combinazione tra pandemia, forte ascesa dei prezzi delle materie prime e, da luglio, l'ulteriore peso della
plastic tax sugli imballaggi monouso. Una tempesta che colpisce un settore alle prese con una parziale ripresa delle attività.
"Le imprese del settore plastica si trovano ad affrontare un
passaggio molto delicato - nota Severini -. Già da metà anno scorso i
prezzi delle materie prime hanno iniziato ad aumentare, ma dall'autunno abbiamo assistito a una
crescita impetuosa che ancora non accenna a rallentare e che riguarda praticamente tutti i polimeri di interesse per il nostro settore, dal polietilene al polipropilene, dal PVC al polistirene e al PET, compresi i biopolimeri ed i riciclati. Gli
incrementi di prezzo superano in molti casi il
100%. Questo quando li si trova: ma le quantità a disposizione sui mercati mondiali sono nettamente inferiori ai bisogni e quindi accade spesso di
non riuscire affatto a
reperire i materiali necessari alla produzione".
"Le
aziende petrolchimiche stanno costantemente
riducendo da mesi le
quantità disponibili per le aziende del settore", aggiunge. Tra le cause, Severini mette anche la forte domanda proveniente dai grandi mercati mondiali: "I bassi prezzi nell’area euro del 2020 hanno reso più interessante vendere materie prime in
USA e
Cina, penalizzando così l’Europa, che peraltro nella produzione di materie plastiche non è autosufficiente e che quindi si è vista sprovvista di sufficienti quantità necessarie per soddisfare la domanda, in crescita ma ancora comunque debole. Il buon andamento del mercato americano e in particolare di quello cinese ha drenato molto la disponibilità di materie prime".
Secondo il presidente della sezione Chimica, plastica e farmaceutica, l’offerta ha inoltre risentito negativamente di altre cause a livello globale, quali le numerose e concomitanti
fermate degli
impianti petrolchimici in varie aree - USA, Medio Oriente, Asia ed Europa - sia per manutenzione che per dichiarate cause di
Forza maggiore. "Le riduzioni delle produzioni negli Stati Uniti, uno dei principali paesi produttori, sono state, solo per citarne alcune, del
65% circa di
etilene e del 50% circa di
propilene. Inoltre hanno pesantemente influito anche la stagione degli uragani prima, e l’
ondata di gelo poi". Il tutto accompagnato da un forte incremento dei prezzi dei
noli marittimi "che sono addirittura quintuplicati".
"Una tempesta perfetta i, cui risultato è una
marginalità troppo bassa, che mette a repentaglio gli equilibri di bilancio delle imprese - sottolinea Severini -. Senza considerare che l’entità di tali aumenti produce inevitabilmente anche sensibili conseguenze finanziarie non sempre gestibili. Il tutto con l'introduzione della '
plastic tax' in calendario a luglio: una prospettiva destabilizzante per le nostre aziende". "Pochi giorni fa il ministro Patuanelli ha dichiarato di credere, per le transizioni, più negli incentivi che nella tassazione: è un piano su cui si può discutere - conclude -. L'importante è fermare l'aggravio ingiustificato della plastic tax".
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