Sempre più
plastica al posto del legno nella produzione di
pallet per la movimentazione delle merci. Un trend intercettato da una recente ricerca pubblicata dalla californiana
Grand View Research (
qui il report), che prevede, per il
2028, un fatturato globale di
10,4 miliardi di dollari per le palette in materiale plastico, con una crescita media annua del 5,6% rispetto ai 7 miliardi attuali. La domanda è spinta dalla richiesta di prodotti
robusti, privi di contaminazione, dalla
lunga durata e, quindi, dal basso costo per viaggio, proveniente soprattutto dall'industria food & beverage, chimica e farmaceutica.
I pallet possono essere prodotti con
plastiche vergini o
riciclate: i primi offrono prestazioni superiori, ma i secondi costano meno e sono più sostenibili sotto il profilo ambientale, godendo quindi di un maggiore favore.
Secondo il report, il
68% del giro d'affari è realizzato da pallet in polietilene ad alta densità (
HDPE), facili da pulire, leggeri e resistenti a corrosione e aggressivi chimici, oltre ad essere meno soggetti ai danni causati dalle forche dei carrelli elevatori. La
maggiore crescita nei prossimi anni sarà però registrata da quelli in
polipropilene, grazie alla maggiore durabilità (a fronte di un costo superiore), che li rende particolarmente adatti per applicazioni impegnative a corto raggio e in closed-loop. Entro il 2028 aumenterà la quota dei pallet in plastica
nestabili, che si possono annidare uno nell’altro, riducendo lo spazio occupato quando viaggiano vuoti.
Il principale settore utilizzatore di pallet in plastica è quello
alimentare e bevande, che rappresenta il
23,2% del fatturato totale. Vengono usati anche in
agricoltura per trasportare prodotti freschi e l’espansione delle vendite di prodotti ortofrutticoli confezionati spingerà ulteriormente la richiesta. Altre ragioni del successo di queste palette sono legate alla pulizia con getti ad alta pressione e la manutenzione ridotta rispetto ai pallet in legno.
Sul
maggior costo del pallet in plastica rispetto a quello in legno, il rapporto afferma che le nuove tecnologie - come la possibilità d'incorporare
tag RFID attivi, Bluetooth o interfacce IoT (Internet of Things) - favorirà lo sviluppo dei primi in un’ottica di progressiva
digitalizzazione delle attività di trasporto e logistica.
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