Nel corso della quindicesima conferenza europea sulle bioplastiche organizzata da
European Bioplastic (EUBP) come di consueto sono stati forniti i
dati più
aggiornati sul mercato e sull'andamento di breve periodo, elaborati insieme alla società di consulenza tedesca
nova-Institut (e parte del più ampio studio “
Bio-based Building Blocks and Polymers”).
La
capacità produttiva di bioplastiche nell'accezione più ampia del termine (biobased/non biobased ma biodegradabili, biodegradabili/ biobased ma non compostabili) ha raggiunto quest'anno
2,1 milioni di tonnellate annue, che saliranno a
2,8 milioni di ton entro il
2025. Crescita che gli analisti ritengono sarà guidata da polimeri quali il polipropilene biobased (
bioPP) - che dovrebbe vedere triplicata la produzione nei prossimi cinque anni, con investimenti in Europa e Sud America -,
PHA e
PLA; per l'acido polilattico sono previsti investimenti in Europa, Cina e Stati Uniti.
Il
60% della capacità produttiva riguarda
plastiche biodegradabili, da materie prime rinnovabili o fossili. Il restante
40%, pari a 800 mila tonnellate annue, comprende plastiche non biodegradabili, ma ottenute da
risorse rinnovabili come poliolefine (bioPE e bioPP), poliesteri (bioPET, PEF) e poliammidi (bioPA).
Per quanto concerne il
bioPET, che negli anni scorsi sembrava promettere una rapida crescita, ha disatteso le attese e oggi rappresenta solo una piccola percentuale delle bioplastiche non biodegradabili; l'attenzione del mondo del beverage si è infatti spostata sul
PEF (polietilen-furanoato), poliestere interamente ottenuto da risorse rinnovabili, non biodegradabile, alternativo al PET e per certi aspetti più performante (soprattutto nelle proprietà barriera), che dovrebbe essere disponibile sul mercato nel 2023.
L'
Asia resta il
principale produttore di bioplastiche, con il
46% del totale, mentre il
25% delle capacità si trovano in
Europa, quota che salirà al 28% nei prossimi cinque anni, anche grazie a nuovi investimenti annunciati di recente.
Passando al settore applicativo, l'
imballaggio si conferma oggi il primo consumatore di bioplastiche con poco meno di un milione di tonnellate (
47% del totale), seguito da
tessile (22%),
automotive (12%) e
costruzioni (9%); altre applicazioni quali articoli di largo consumo, stoviglie, prodotti per agricolture e orticoltura, stanno comunque conquistando crescenti quote di mercato.
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