9 settembre 2020 08:48
Il colosso alimentare Nestlé ha intensificato gli sforzi per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità ambientale fissati al 2025, che prevedono di ridurre l’utilizzo di plastica vergine di un terzo e utilizzare, alla stessa data, solo imballaggi riciclabili o riutilizzabili, oggi disponibili per l’87% dei prodotti confezionati (65% considerando solo i pack in plastica). Programma che va avanti - afferma la società svizzera - nonostante le difficoltà poste dalla pandemia di Covid-19.
Nell’ambito del piano, aggiornato l’anno scorso (leggi articolo), la società ha stanziato 30 milioni di dollari per potenziare il recupero di plastiche grado alimentare negli Stati Uniti, in collaborazione con il fondo di private equity Closed Loop Leadership Fund, che investe in società americane che operano nel settore del riciclo. Tra le iniziative più recenti anche un sistema di confezionamento riutilizzabile destinato al cibo per animali sfuso a marchio Purina e un imballaggio in carta (riciclabile) per i dadi da brodo Maggi.
Per raggiungere l’obiettivo 2025, Nestlé intende percorrere diverse strade: eliminare le materie plastiche non riciclabili dai packaging; incoraggiare l’impiego di plastiche con il maggior tasso di riciclo ed evitare o ridurre il ricorso alla combinazione di materiali diversi, più difficili da recuperare.
Per favorire lo sviluppo di nuove soluzioni di imballaggio sostenibili e sicure, il gruppo svizzero ha aperto l’anno scorso a Losanna, in Svizzera, il nuovo Institute of Packaging Sciences, dove lavorano una cinquantina di ricercatori (leggi articolo) in stretto contatto con altri 180 impegnati nelle attività di R&D a livello di gruppo. Gli ambiti di ricerca spaziano dagli imballaggi riutilizzabili, allaa semplificazione delle strutture dei packaging per favorire il riciclo, dall’utilizzo di materiali rigenerati e di plastiche biobased e compostabili, alla messa a punto di prodotti in carta più performanti in termini di conservazione e sicurezza dei prodotti.
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