
La struttura e alcuni componenti dei
nano-satelliti 1P PocketQube della statunitense
Mini-Cubes vengono stampati in 3D con materiali compositi sviluppati dall’italiana
CRP Technology attraverso la consociata CRP USA, che ha realizzato i primi tre prototipi funzionali, due destinati ai test e uno al volo in orbita.
Il progetto prevede la realizzazione di un intero
sciame di nano-satelliti per il monitoraggio delle risorse idriche della terra utilizzando la
manifattura additiva e materiali avanzati. Si tratta di apparecchi di ridotta dimensione, un cubo di circa
5 centimetri per lato, con un peso inferiore a
250 grammi, quindi economici da mettere in orbita.
Per la realizzazione dei satelliti, qualificati per uso spaziale, è stato selezionato un materiale composito rinforzato con
fibra di carbonio,
Windform XT 2.0 di CRP Technology, trasformato mediante un processo di sinterizzazione laser selettiva (
SLS). Di recente sviluppo, il materiale rappresenta un’evoluzione del precedente grado WindformXT, migliorato sotto il profilo meccanico, con un incremento del +8% del carico di rottura, del +22% sul modulo elastico e del +46% in termini di allungamento alla rottura.

“Abbiamo eseguito diversi test su prototipi e ne faremo altri - commenta il fondatore di Mini-Cubes,
Joseph Latrell -. Finora abbiamo testato il carico a +20 kg. WindformXT 2.0 è stato sottoposto a test di vibrazione secondo le specifiche NASA GEVS-7000, al test di termovuoto per simulare le condizioni nell'orbita terrestre ed è stato testato termicamente da + 50° C a -40° C. Il materiale ha superato tutti i test che abbiamo eseguito”. “Il nostro prossimo passo - aggiunge Latrell - sarà
testare il
satellite in orbita: il piano è di lanciarlo nel secondo trimestre del
2021. Sarà la validazione finale per il nostro processo di ingegnerizzazione”.
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