La
caduta della
domanda di plastica rigenerata e il
crollo dei prezzi delle materie vergini - addirittura dimezzati per alcune plastiche - conseguenti alla flessione delle quotazioni del petrolio e all'emergenza
Covid-19 stanno mettendo a dura prova l’industria austriaca del recupero e riciclo di materie plastiche. Secondo l’associazione di settore
VOEB, i magazzini sono pieni di plastiche riciclate, mancano gli acquirenti e così
sette aziende su dieci del settore sono al momento
ferme.
L’associazione delle aziende che si occupano di gestione rifiuti ha quindi chiesto al Governo misure di sostegno al settore, in particolare l’introduzione di
quote minime di materiale
riciclato nei
nuovi prodotti industriali, non essendo più sufficienti a sostenere la domanda i soli acquisti verdi della Pubblica amministrazione.
Il pacchetto sull'economia circolare dell'UE porterà l'Austria a raddoppiare i volumi di riciclo, dalle attuali 75.000 a
150.000 tonnellate annue entro il
2025. "Se i politici vogliono raddoppiare il tasso di riciclo dei rifiuti plastici, devono essere create le condizioni necessarie perché ciò sia possibile - afferma il presidente di VOEB,
Gaby Jüly - . É necessario un mercato per il riciclato, altrimenti presto non ci sarà più un’industria per il riciclo della plastica in Austria”. “I nostri impianti possono trattare fino a
300.000 tonnellate di plastica l’anno - aggiunge Jüly -. Ma l’attività deve essere redditizia”.
L’associazione chiede anche l’avvio di
campagne per sensibilizzare i consumatori a chiedere prodotti riciclati e maggiore attenzione all’
ecodesign, al fine di riattivare la domanda di plastiche rigenerate.
Sono una
decina le aziende che si occupano di
riciclo di materie plastiche in Austria e
550 gli addetti.
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