18 giugno 2020 10:54
Assobioplastiche ha presentato oggi online il suo
sesto Rapporto annuale con i dati di mercato relativi a produzione e consumi di bioplastiche biodegradabili e e compostabili in Italia, elaborati dalla società di consulenza milanese
Plastic Consult. Non rientrano in questo scenario le plastiche biobased non biodegradabili (come il polietilene verde), ma sono invece incluse le plastiche compostabili non prodotte con materie prime rinnovabili, come alcuni poliesteri.
“Un comparto in ottima salute, confermata da una crescita costante e consecutiva nell’arco di un decennio, non solo in quantità ma anche in qualità, come dimostrano le nuove, innovative applicazioni che iniziano ad entrare nel mercato grazie al consolidamento della raccolta della frazione organica”, commenta
Marco Versari, presidente di Assobioplastiche.
PIÚ AZIENDE E LAVORATORI. Tutti gli indicatori rilevati nel Rapporto Assobioplastiche sono positivi: il numero di
aziende è cresciuto in un anno del
+9%, raggiungendo le
275 unità, suddivise tra produttori di chimica e intermedi di base (4 aziende), produttori e distributori di granuli (21), operatori di prima trasformazione (188) e operatori di seconda trasformazione (62).

Nel complesso questa filiera occupa
2.645 addetti, in crescita del
+3,5% sull’anno precedente.
La crescita del numero di imprese è un dato costante degli ultimi anni, dalle 143 del 2012 alle 275 dell’anno scorso. La regione che ne conta di più è la
Lombardia, con oltre 45 operatori che occupano poco più di 220 addetti dedicati, seguita da Veneto, Campania, Emilia Romagna, Puglia e Piemonte. La
Campania - segnala Assobioplastiche - grazie alla parziale riconversione dell’industria del monouso, è oggi la regione con il maggior numero di addetti dedicati, mentre quelle con la maggiore intensità occupazionale si confermano Liguria e Umbria. I tassi di crescita sono evidenti per tutti i principali indicatori della filiera, dalla numerosità degli operatori di settore al fatturato settoriale. Fa eccezione il segmento dell’upstream (chimica di base e intermedi), ove si registra l’uscita dal mercato di Bio-On per le note vicende giudiziarie.
CRESCE ANCHE IL FATTURATO. L'anno scorso, il fatturato del comparto ha toccato
745 milioni di euro, contro i 685 milioni di un anno prima (
+8,8%). dilatando l'ambito temporale, il
giro d’affari delle plastiche compostabili in Italia è cresciuto nel corso degli ultimi anni con un tasso medio annuo superiore al 10%, passando da i 367 milioni del 2012 ai
745 milioni di euro nel 2019. "Nel complesso - spiega
Paolo Arcelli di Plastic Consult - il comparto ha aumentato il proprio valore di oltre l’85% rispetto ai primi anni di attività, nonostante la progressiva decrescita dei prezzi di vendita. Le ragioni di tale decrescita sono da individuare tanto nello sviluppo delle economie di scala del comparto che alla crescente competizione a tutti i livelli della filiera”. Di pari passo è cresciuta l’occupazione, praticamente raddoppiata dal 2012 ad oggi, fino a toccare l’anno scorso le 2.650 unità, limitando il conto agli addetti dedicati.
VOLUMI OLTRE 100.000 TON. Il 2019 segna anche il traguardo, superato, delle 100mila tonnellate di bioplastiche compostabili trasformate nel nostro paese: per la precisione sono state
101.000 ton, con una progressione del
+14,1% rispetto all’anno precedente.
Secondo lo studio Plastic Consult il tasso media annuo di crescita nel periodo 2011-2019 è vicino al
+12% ed ha interessato tutti i principali settori applicativi, dagli articoli monouso agli shopper e sacchetti dell’umido, dai film agricoli e per imballaggio alle capsule del caffè.
PRINCIPALI SETTORI APPLICATIVI. Il principale settore applicativo delle plastiche compostabili si conferma quello dei sacchetti per la spesa (
shopper) con
56.000 tonnellate trasformate, in crescita del +4,2% sul 2018, nonostante la permanenza sul mercato di sacchetti fuori legge, prodotti cioè con polietilene e quindi non biodegradabili come richiede la normativa italiana. Le restanti applicazioni in
film sono cresciute in media del +18%: i sacchetti
ultraleggeri si stanno avvicinando alle 20.000 tonnellate e il film per agricoltura ha superato le 2.000 tonnellate. Crescita ancora superiore per film da imballaggio alimentare (+67%) e non food (+30%).

Sono più che
raddoppiati anche i volumi di
articoli monouso (+120%): l’accresciuta sensibilità ambientale e lo sforzo delle aziende di seguire il trend hanno spinto la domanda di soluzioni per il foodservice riciclabili con la frazione organica dei rifiuti come alternativa a quelle usa e getta in plastica tradizionale. Si tratta - afferma Plastic Consult - di una
domanda sostitutiva e non incrementale tanto che, secondo le prime stime, nel 2019 il mercato delle stoviglie monouso avrebbe registrato una decrescita complessiva intorno al 10%, pur in assenza di normative specifiche. Andamento positivo anche il comparto dei
sacchetti per l’umido (+4,5% circa), grazie al potenziamento delle esportazioni e all’ulteriore incremento della raccolta differenziata dell’umido a livello europeo.

“Possiamo affermare senza alcun dubbio che la filiera dei biopolimeri compostabili ha tutte le
carte in regola per contribuire al
rilancio dell’economia italiana dopo la pandemia - commenta
Versari -: è integrata a monte e a valle in una logica di interconnessioni sistemiche, fa dell’innovazione la sua cifra distintiva e guarda al dividendo non solo economico ma anche sociale e ambientale. Con la declinazione del Green New Deal e il completamento dei quadri regolamentari relativi alla raccolta del rifiuto organico e alle soluzioni monouso siamo fiduciosi che la nostra industria potrà fare la sua parte per la crescita del Paese”.
PREVISIONI INCERTE. Stanti gli effetti ancora difficili da calcolare dell’emergenza sanitaria Covid-19, elaborare previsioni sull’andamento a breve e medio periodo non è facile. A grandi linee, Plastic Consult stima pr quest'anno stabilità o leggera crescita (0,+2%) sia per gli
shopper, il cui consumo continua a decrescere nel tempo (ma c’è ancora la quota dei tradizionali da sostituire), sia per i
sacchetti per l’umido, dove si aprono interessanti possibilità di esportazione. Una crescita più sostenuta (+3% +5%) è prevista per i sacchetti ultraleggeri. Una forte crescita è attesa per gli
articoli monouso compostabili (+10%), soprattutto posate, anche grazie alle riconversioni completate nei mesi scorsi dalla produzione di piatti, bicchieri e stoviglie in plastica convenzionale. Opportunità nel segmento del vending, con la messa a punto di bicchieri ad elevata resistenza termica e per le capsule del caffè compostabili. Per quanto concerne le altre applicazioni, stimate in crescita del 10%, dovrebbe confermarsi il forte trend di crescita nel settore del
film per imballaggio alimentare, a seguito della progressiva industrializzazione di nuove applicazioni: IV gamma, cling film, vaschette per la carne, snacks, ecc.
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