21 gennaio 2020 07:24
Saipem ha annunciato di aver raggiunto un accordo di licenza con la società italiana Itea per l'utilizzo della tecnologia di ossicombustione “flameless” a pressione sviluppata originariamente per applicazioni nel settore dell’oil & gas, ma adatta anche al trattamento di rifiuti solidi urbani, in particolare plastica eterogenea e non differenziata (plasmix) difficile da riciclare per via meccanica (nella foto l'impianto dimostrativo).
Utilizzando il trattamento sviluppato da Itea, dai rifiuti si ottengono acqua, energia e CO2 pura, che non viene rilasciata nell’atmosfera, ma recuperata per essere reimmessa sul mercato. Secondo Saipem: "Il processo è molto flessibile, relativamente semplice e consente di essere sfruttato anche in impianti di dimensioni ridotte”. Un ulteriore vantaggio risiede nella possibilità di processare, insieme a plasmix, fanghi di depurazione derivanti dai trattamenti delle acque reflue, un altro materiale difficile da smaltire.
“Il tema del riciclo della plastica è di grande interesse per Saipem - commenta Mauro Piasere, direttore della divisione Xsight di Saipem -. L’applicazione diffusa del processo di ossicombustione consentirebbe di recuperare il prezioso contenuto di energia delle plastiche di scarto evitando la loro dispersione. L’applicazione di questa tecnologia conferma la nostra capacità di adattare tecnologie dell’oil&gas alle nuove esigenze del mercato e dei nostri clienti e di supportarli fornendo loro soluzioni orientate verso una maggiore sostenibilità”.
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Amut ha avviato in Australia il suo terzo impianto di riciclo in due anni mezzo, con piena soddisfazione del cliente. Dopo il PET è la volta delle poliolefine.