13 novembre 2019 08:09
Una frode fiscale su larga scala negli appalti per la manutenzione di impianti del petrolchimico di Priolo, in Sicilia, con evasione di quasi 44 milioni di euro e il fallimento pilotato di 5 aziende, è stata scoperta dalla Guardia di Finanza, che ha eseguito, su disposizione della Procura della Repubblica di Siracusa, un’ordinanza con misure restrittive della libertà personale a carico di 7 persone (2 custodie in carcere, 3 ai domiciliari, 1 obbligo di dimora e 1 divieto di espatrio), provvedimenti interdittivi a vario titolo per altri 5 soggetti e sequestri, diretti o per equivalente, per oltre 43 milioni di euro nei confronti dei dodici indagati. Sono state sottoposte a sequestro anche alcune società, in parte destinatarie del provento illecito.
Le società indagate, parte delle quali aderenti a un Consorzio, facevano capo a una coppia di imprenditori megaresi e costituivano un sistema di “scatole vuote” che, in modo programmato, ha “assorbito”, non onorandolo, il carico fiscale e contributivo dell’attività nel suo complesso. Tutto questo - fa sapere la Guardia di Finanza - grazie alla compiacenza di persone con precisi ruoli e di uno staff amministrativo formato anche da prestanomi, faccendieri e personaggi poco abbienti e mal prezzolati.
Seondo gli inquirenti, il Consorzio, nel tempo manutenuto “pulito” e gestito sempre dagli stessi coniugi, si aggiudicava appalti a prezzo ribassato per la manutenzione di impianti del comprensorio industriale di Priolo/Melilli. Prezzo di aggiudicazione molto competitivo perchè, di fatto, non teneva conto dell’importo dovuto allo Stato, a titolo d’imposta o di contributo previdenziale. Il lavoro così appaltato veniva poi fatto svolgere dalle consorziate di turno, che si avvicendavano. Non appena una società raggiungeva debiti tributari di considerevole importo, veniva sostituita con un’altra impresa di nuova costituzione, che si avvaleva sempre della stessa maestranza e degli stessi mezzi.
Dalle indagini è anche emerso che, al fine di ingannare i committenti, sono stati falsificati anche DURC e UNILAV di quasi tutte le società commissionarie.
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