26 agosto 2019 08:21
In seguito a recenti studi sulla presenza di microplastiche nell’acqua destinata al consumo umano, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha chiesto nuove e approfondite valutazioni dei rischi per la salute e l’ambiente, tra cui la definizione di metodi standard per la misura della loro concentrazione in acqua, studi sulle cause e la presenza di microparticelle nell’acqua potabile e sull’efficacia dei diversi processi di trattamento delle acque reflue.
L’organizzazione ha anche proposto di avviare interventi per ridurre l’inquinamento da plastiche, a beneficio dell’ambiente e di una minore esposizione degli esseri viventi.
"Abbiamo urgente bisogno di sapere di più sull'impatto sulla salute delle microplastiche perché sono presenti ovunque, anche nell'acqua potabile - afferma Maria Neira, Direttrice del dipartimento Public Health, Environment and Social Determinants of Healthe dell’OMS -. Sulla base delle informazioni limitate di cui disponiamo, le microplastiche nell'acqua potabile non sembrano rappresentare un rischio per la salute ai livelli attuali. Ma dobbiamo saperne di più. É anche necessario fermare l'aumento dell'inquinamento da plastiche a livello mondiale”.
Secondo lo studio citato dall’OMS, che riassume le ultime conoscenze sulle microplastiche nell'acqua potabile, le particelle di dimensioni maggiori di 150 micrometri non sono suscettibili di essere assorbite dal corpo umano e l'assorbimento di particelle più piccole dovrebbe essere limitato. L'assorbimento di particelle molto piccole, le cosiddette nanoplastiche, potrebbe, tuttavia, essere superiore, anche se al momento i dati disponibili sono insufficienti.
In ogni caso, L'OMS raccomanda ai fornitori di acqua potabile e alle autorità di dare priorità alla rimozione degli agenti patogeni microbici e delle sostanze chimiche, che rappresentano rischi noti per la salute umana. Ciò presenta un duplice vantaggio - afferma l’organizzazione -, poiché i sistemi di trattamento delle acque reflue e delle acque potabili che rimuovono materie fecali e sostanze chimiche sono efficaci anche per fermare le microplastiche, con tassi fino al 90%.
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