2 agosto 2019 07:50
Non riguarda, nello specifico, l'industria delle materie plastiche, ma lo schema di truffa scoperto dalla Guardia di Finanza è stato in passato utilizzato anche nel nostro comparto e quindi vale la pena tornare a segnalarlo.
IL MECCANISMO DELLA TRUFFA. Le indagini sono partite dalla querela presentata dalla società Leonardo, che lamentava di aver ricevuto richieste di pagamento da alcune società per ordini mai effettuati. Si è così scoperto che una banda di truffatori aveva prima creato un sito internet simile a quello ufficiale della società obiettivo, installato su un server ubicato in Danimarca, per poi contattare alcuni fornitori del settore chiedendo preventivi per forniture di costosi materiali in lega d’acciaio. Una volta perfezionato l’acquisto, il materiale veniva fatto consegnare in capannoni industriali tutti ubicati nella provincia di Lodi; solo in un caso la truffa non è andata a buon fine grazie al trasportatore che si è insospettito.
I contatti di posta elettronica e telefono erano tenuti da fantomatici direttori commerciali o sedicenti responsabili degli acquisti della Leonardo, che, al fine di rendere più veritiera la truffa, avevano inserito nei messaggi di posta elettronica anche i loghi di altre società facenti parte del medesimo Gruppo (ex Finmeccanica).
QUESTA VOLTA SONO STATI SCOPERTI. Gli accertamenti tecnici svolti sul dominio “leonardocompany.net”, la risoluzione degli indirizzi IP relativi ai messaggi di posta elettronica provenienti dai sedicenti dipendenti della Leonardo corredati dall’analisi dei tabulati telefonici, nonchè della geo-localizzazione in tempo reale delle utenze mobili e VOIP individuate, hanno consentito alla Procura della Repubblica di Roma di emettere decreti di perquisizione locale, personale e sequestro nei confronti di due soggetti ritenuti responsabili della truffa. Gli indagati - cittadini italiani già pregiudicati, M.S. classe 1961 e E.R. classe 1973, entrambi residenti a Gemmano (RN) - sono ora accusati di truffa, sostituzione di persona ed accesso abusivo ad un sistema informatico.Durante le perquisizione è stato anche rinvenuto uno smartphone munito di sim card; tale utenza, già individuata nel corso delle indagini, era utilizzata per il funzionamento e la gestione di una delle numerazioni VOIP comunicate dai truffatori come contatto della Leonardo. Successive attività di "digital forsensics" sul dispositivo hanno consentito di appurare la presenza di una speciale APP che provvedeva alla gestione automatica di numerazioni VOIP, tra cui quella utilizzata per porre in essere la truffa, facendo credere di chiamare un telefono fisso, invece di un dispositivo mobile. Ciò ha consentito di raggirare i clienti effettivamente convinti di interloquire con uffici della Leonardo, mentre, di fatto, tali comunicazioni venivano gestite attraverso l’utenza mobile in uso ai truffatori.
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