17 giugno 2019 08:40
Le associazioni di riciclatori hanno duramente criticato le norme sugli “End of Waste” contenute nel decreto sblocca-cantieri approvato in via definitiva dal Parlamento, giudicato un decreto “blocca riciclo”.
Le disposizioni, infatti, non consentirebbero di riciclare molte tipologie di rifiuti, né di ottenere nuovi prodotti riciclati, né avviare nuove attività di riciclo, consacrando il principio che le Regioni non hanno e non possono avere voce in capitolo sui criteri End of Waste (EoW), mentre al Ministero dell'Ambiente viene data la facoltà di una ulteriore armonizzazione delle autorizzazioni già rilasciate.
I decreti EoW stabiliscono quando i materiali ottenuti da un processo di recupero smettono di essere rifiuti e diventano materia prima seconda a tutti gli effetti.
Secondo Edo Ronchi, Presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile, ci sono voluti quasi sedici mesi per intervenire con nuove norme dopo la Sentenza del Consiglio di Stato del 28 febbraio 2018 che, riscontrando una carenza legislativa in materia, aveva bloccato sia i rinnovi sia le nuove autorizzazioni, da parte delle Regioni, per il riciclo di rifiuti non regolato da regolamenti europei o da decreti nazionali: "blocco che ha recato gravi danni al settore coinvolgendo quasi tutte le attività innovative di riciclo e le nuove norme in materia, inserite nel decreto sblocca cantieri non risolvono un bel niente”.
“Le nuove disposizioni - osserva Ronchi- hanno quindi ingessato il riciclo dei rifiuti, fermandolo alle tipologie, tecnologie e prodotti del 1998, ignorando il grande progresso che c’è stato e che continua con grande rapidità e numerose innovazioni che non possono aspettare i tempi lunghi dei decreti nazionali. Colpisce come in un decreto che punta a sbloccare i cantieri, si sia dimostrata una così scarsa conoscenza di un settore strategico come quello del riciclo dei rifiuti, approvando norme che bloccano lo sviluppo di nuovi impianti e nuove attività industriali che sono pronte a partire e che porterebbero vantaggi ambientali, occupazionali ed economici”.
Tra le tipologie di rifiuto, attività di recupero o prodotti non contemplati dal DM del 1998 ci sono i rifiuti da spazzamento stradale, i rifiuti in vetroresina da demolizione di barche e pale, produzione di biometano da rifiuti organici, trattamento di rifiuti di plastiche miste, alcuni trattamenti innovativi dei RAEE (Rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche), produzione di aggregati riciclati, con il riciclo dei rifiuti inerti da costruzione e demolizione o il granulo per i campi da calcio ottenuto dai PFU (pneumatici fuori uso).
Critico anche Andrea Fluttero, Presidente Unicircular: "Francamente ci si aspettava qualcosa di diverso. Ci sono settori, come la gomma e gli inerti da costruzione e demolizione, che attendono da anni un decreto EoW specifico, adeguato alle esigenze operative e tecnologiche: cosa succederà a questi impianti, che adesso rimangono inchiodati ad una norma vecchia, anzi stravecchia, ad oggi non è dato saperlo". "Come associazione - aggiunge Fluttero -. Il pacchetto di Direttive europee per la transizione verso l’Economia circolare costituisce una grande opportunità di sviluppo per le industrie green del nostro Paese: serviva un’accelerazione e invece viaggiamo col freno a mano tirato. Le aziende innovative investiranno all’estero, molte imprese rischiano la chiusura e interi flussi di rifiuti, anziché essere riciclati, finiranno in discarica o a incenerimento. A completare il quadro, al ministero il tavolo di lavoro con gli operatori per il recepimento della nuova direttiva europea, che dovrà avvenire entro luglio 2020, non è neanche partito".
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