31 maggio 2019 10:51
Il consumo di PVC vergine in Italia si è attestato l’anno scorso a 650mila tonnellate, lo stesso livello del 2016, perdendo così le 20mila tonnellate acquisite nel 2017 e sotto di ben 320mila tonnellate rispetto al picco raggiunto 2007, prima della grande crisi. Dati che non tengono però conto del riciclo post-consumo, con il PVC rigenerato che in parte ha senz’altro sostituito quello vergine nei semilavorati e nei prodotti finiti.
I numeri aggiornati sul mercato italiano, elaborati da Plastic Consult, sono stati presentati ieri nel corso del secondo incontro della PVC Academy, organizzato dall’associazione PVC Forum Italia.
L’anno scorso i consumi di PVC vergine si sono suddivisi quasi equamente tra rigido (324.000 ton) e plastificato (326.000 ton) e un terzo dei volumi è stato trasformato in forma di compound (222.000 tonnellate).
Scendendo in dettaglio nei principali segmenti di applicazione, il consumo di PVC in edilizia è stato pari l’anno scorso a 207.500 tonnellate, in leggera ripresa rispetto al 2017 (205.000 ton) e in crescita di quattro punti percentuali nel quinquennio 2013-2018. Questo settore vale quasi il 32% dei consumi totali di PVC, seguito da imballaggio (79.500 ton, 12,2%) e cavi e materiale elettrico con circa 60mila tonnellate, pari al 9,2% del totale.
Le prospettive a breve termine per il settore non sono entusiasmanti, anche se variano a seconda del settore applicativo. Nel PVC rigido - ha spiegato Paolo Arcelli di Plastic Consult - si confermano le difficoltà nei tubi (-3,6% nel secondo trimestre 2019 rispetto allo stesso periodo 2018) e nella calandratura (-4,8% nel primo e -9,9% nel secondo trimestre dell’anno); le condotte a pressione sono sostenute unicamente dall'export, mentre la domanda interna resta debole; i profili sono invece in modesto recupero nel secondo trimestre dell’anno (+1,1%).
Passando al PVC plastificato, nel primo semestre di quest’anno si evidenzia una frenata del comparto cavi (da resina), la spalmatura si è invece stabilizzata nel secondo trimestre, nonostante l'andamento non positivo del comparto auto, che sembra aver penalizzato soprattutto il compound, sostenuto dalle applicazioni minori, in particolare sui mercati esteri.
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