21 dicembre 2018 12:05
Produzione, trasformazione e riciclo di plastiche in Europa sono al centro del report Plastics - The Fact che la Federazione europea dei produttori PlasticsEurope pubblica ogni anno con i dati rilevati nei dodici mesi precedenti. In questi giorni è stata pubblicata l’edizione 2018, con i dati 2017.
FOTOGRAFIA DEL SETTORE. La struttura dell’industria europea delle materie plastiche, che rappresenta il settimo comparto industriale per valore aggiunto, non è cambiata molto nell'ultimo anno: l’intera filiera - che comprende, produttori, trasformatori, riciclatori e costruttori di macchine e attrezzature - conta infatti nella UE28 qualcosa come 60mila aziende, la maggior parte delle quali di piccola e media dimensione, che danno lavoro direttamente a oltre 1,5 milioni di persone. Il giro d’affari ha toccato 355 miliardi di euro, con una bilancia commerciale in attivo per oltre 17 miliardi di euro, due in più rispetto al 2016, in questo caso considerando solo produzione (11,7 miliardi) e trasformazione di plastiche (5,6 miliardi).
Il settore ha contribuito l’anno scorso alle finanze pubbliche e al welfare con 32,5 miliardi di euro.
PRODUZIONE +4 MILIONI DI TON. La produzione mondiale di materie plastiche ha raggiunto l’anno scorso 348 milioni di tonnellate, contro i 335 milioni di un anno prima, contando termoplastiche, poliuretani, termoindurenti, adesivi e coating. I produttori europei (UE28+ Norvegia e Svizzera) hanno contribuito con 64,4 milioni di tonnellate, 4,4 milioni in più rispetto al 2016, un volume che si avvicina al livello record toccato nel 2007 con 65 milioni di tonnellate.
In ambito mondiale, l’Europa concorre quindi alla produzione totale per il 18,5%, poco sopra l’Area Nafta (17,7%), ma ben lontana dall'Asia, che sforna ormai la metà delle plastiche consumate nel globo (29,4% la sola Cina)
TRASFORMAZIONE. La domanda europea di materie plastiche per la produzione di manufatti ha superato l’anno scorso la soglia dei 50 milioni, toccando 51,2 milioni di ton, in crescita rispetto ai 49,9 milioni del 2016. Il 70% del consumo europeo è concentrato in sei paesi: la Germania mantiene saldamente la prima posizione con il 24,6% delle plastiche trasformate, seguita da Italia con il 14%, Francia con il 9,6%, Spagna col 7,7%, Regno Unito col 7,3% e Polonia con il 6,3%.
Per quanto concerne i principali settori di destinazione, l’imballaggio resta al primo posto con il 39,7% delle 51,2 milioni di tonnellate trasformate nel 2017 in Europa; seguono costruzioni con il 19,8%, automotive con il 10,1% e settore elettrico/elettronico con il 6,2%. A seguire casalinghi e articoli per lo sport e il tempo libero (4,1%), agricoltura (3,4%) e altre applicazioni (16,7%).
Le poliolefine sono le plastiche più utilizzate dai trasformatori europei: tutte insieme raggiungono infatti il 49%, tra polipropilene (19,3%), polietilene a bassa densità (17,5%) e PE a media e alta densità (12,3%). Il PVC vale poco più del 10%, il PET incide per il 7,%, i poliuretani per il 7,7%, mentre e il polistirene compatto ed espanso arriva al 6,6%.
RECUPERO E RICICLO. I dati sul recupero e riciclo si riferiscono al 2016, come quelli pubblicati nel rapporto precedente (solo leggermente revisionati): in quell’anno sono state raccolte in Europa (UE28 + Norvegia e Svizzera) 27,1 milioni di tonnellate di rifiuti plastici: 11,3 milioni sono state avviate a recupero energetico (quota pari al 41,6% del totale) e 8,4 milioni sono state riciclate per via meccanica (31,1%): di queste, però, solo il 63% è stato rigenerato nel vecchio continente, mentre il restante 37% è stato riciclato fuori UE, prevalentemente in Asia.
In discarica sono finite 7,4 milioni di tonnellate di rifiuti plastici (27,3%). L’incidenza della discarica sul totale recuperato varia in modo significativo da paese a paese: è inferiore al 10% dei rifiuti raccolti nei paesi del centro e Nord Europa (Svizzera, Austria, Germania e Scandinavia), non raggiunge il 50% in Italia, Francia e Spagna, mentre risulta ancora predominante nei paesi balcanici e in alcune aree dell’Est Europa.
Focalizzando l’analisi sui rifiuti da imballaggio, i dati 2016 indicano una raccolta pari a 16,7 milioni di tonnellate, di cui il 40,8% è stato riciclato per via meccanica, tasso superiore al 22,5% previsto dalla attuale direttiva su imballaggi e rifiuti da imballaggio, ma sotto al 50% previsto dai nuovi target fissati al 2025. Il 38,8% è stato termovalorizzato, mentre in discarica è finito solo il 20,3% degli imballaggi raccolti. I tassi di riciclo meccanico variano però da paese a paese, con l’Italia che si situa a metà classifica, esattamente allineata alla media europea.
Il report completo (in lingua inglese) è scaricabile dal sito di PlasticsEurope
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