25 maggio 2018 14:35
“Non chiediamo una economia senza plastiche (‘plastic-free’), perchè non è possibile, ma le plastiche devono diventare sostenibili e circolari, mantenendo intatte le loro funzionalità, ma riducendo il loro impatto negativo; questa è l’unica strada percorribile”: così si è rivolta questa mattina il Commissario Europeo per la crescita Elzbieta Bienkowska agli industriali delle materie plastiche riuniti a Milano per il convegno “A circular future with plastics” organizzato da EuPC, la Federazione europea dei trasformatori.
Illustrando i pilastri della Plastics Strategy della Commissione europea ad un pubblico non certo ben disposto verso bandi, restrizioni e balzelli sugli articoli in plastica, il Commissario ha sottolineato che i benefici offerti dalle materie plastiche alla società non sono messi in discussione dalla Stategia europea e - anzi - queste stanno fornendo un importante contributo alla decarbonizzazione. Di contro, questi benefici sono più che compensati da costi ambientali, perché si ricicla ancora poco e male, meno del 30% dei rifiuti plastici, e ciò si riflette sull’inquinamento dei mari.
La Plastics Strategy - ha poi spiegato Bienkowska - mira a incorporare 10 milioni di tonnellate annue di plastica riciclata in nuovi prodotti entro il 2025, obiettivo definito ambizioso, ma realistico.
Parlando del contributo di 80 centesimi di euro per chilogrammo di rifiuto da imballaggio in plastica non riciclato, proposto dalla Commissione nell’ambito della discussione sul bilancio a lungo termine della UE (leggi articolo), il Commissario per la crescita ha voluto sottolineare che non si tratta di una tassa che colpirà i consumatori o le imprese, ma “uno strumento per indirizzare gli investimenti e la ricerca nella giusta direzione” e spetterà ai singoli paesi membri adottare le misure appropriate per ridurre il volume di rifiuti non riciclati.
Elzbieta Bienkowska ha anche affrontato il tema della messa al bando degli articoli monouso in plastica, oggetto di una prossima direttiva comunitaria che sarà presentata la prossima settimana e si prefigura molto restrittiva per alcuni prodotti (leggi articolo).
La Commissione ha intenzione di andare avanti su questa strada poiché - ha spiegato - sono raramente riciclati e inclini a essere dispersi nell’ambiente, rappresentando il 50% dei rifiuti plastici che inquinano i mari. “Siamo consapevoli che il 90% dell’inquinamento della plastica nell’ambiente marino non proviene dall’Europa - ha aggiunto prevenendo la principale obiezione degli industriali -. Resta comunque un grande problema ambientale e uno spreco di risorse preziose, che va affrontato per proteggere le nostre spiagge e gli oceani”.
L’intenzione è di vietare l’utilizzo degli articoli monouso in plastica in presenza di alternative economiche e disponibili (“affordable and available” i termini usati), cercando in ogni caso di non frammentare il mercato interno creando barriere o squilibri concorrenziali. Come raggiungere questo doppio obiettivo, però, non è stato spiegato.
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