11 maggio 2018 07:20
A partire dal mese di Agosto, con l’entrata in vigore del sistema “open scope” saranno considerati prodotti tecnologici a fine vita tutte le apparecchiature elettriche ed elettroniche non esplicitamente escluse e, di conseguenza, crescerà anche la quantità di relativi rifiuti (RAEE) da recuperare e avviare a riciclo: carte di credito con chip, biciclette elettriche o con pedalata assistita, stufe a pellet, prese elettriche multiple e tutte le tipologie di prolunghe, montascale, apparecchiature di automazione per cancelli, tende e chiusure elettriche.
Secondo Remedia, principale Sistema Collettivo italiano per la gestione eco-sostenibile di tutte le tipologie di RAEE, l’immesso al consumo da gestire passerà dalle attuali 825.000 ad quasi 2 milioni di tonnellate.
Non mancheranno ricadute positive per l’economia: da 13.000 a 15.000 nuovi posti di lavoro, oltre cento milioni di euro di valore economico associato alle emissioni risparmiate, 1.250 milioni di euro risparmiati nell’acquisto di materie prime grazie al riutilizzo dei materiali riciclati. Il consorzio sottolinea anche gli aspetti ambientali: se i target di raccolta saranno raggiunti, il passaggio al nuovo sistema determinerà anche un netto calo delle emissioni di CO2 pari a 2,2-2,5 milioni di tonnellate all’anno.
Di strada, soprattutto nel nostro paese, ce ne è ancora da fare. Oggi, in Italia, viene avviato al riciclo solo il 40% dell’immesso al consumo, mentre la Direttiva 2012/19/EU che regolamenta il settore dei RAEE impone il raggiungimento di un target di raccolta del 45% nel triennio 2016-2018, che salirà, a partire dal 2019, verso un obiettivo di raccolta pari all’85% dei RAEE generati o al 65% dell’immesso al consumo,
“Gli obiettivi europei per la società del riciclo sono sempre più stringenti e l’Italia ha le potenzialità per posizionarsi tra i Paesi leader nel raggiungimento degli impegnativi target comunitari – commenta Danilo Bonato, Direttore Generale di Remedia –. Il nostro Consorzio continuerà ad affiancare i produttori e gli operatori del settore per sviluppare strategie idonee ad affrontare il cambiamento che si profila all’orizzonte e a cogliere le nuove opportunità di crescita dei volumi di rifiuti avviati ad un riciclo ambientalmente corretto”.
Secondo Bonato, l’industria del riciclo e della valorizzazione della materia, se inserita in un contesto di economia circolare, può costituire una fondamentale leva di sviluppo per il nostro Paese, capace di generare 50 miliardi di euro di valore aggiunto e 100.000 posti di lavoro nell’arco dei prossimi 5 anni.
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