29 dicembre 2017 12:14
Nel 2017 sono successe molte cose nel mondo delle materie plastiche, alcune buone, altre meno. Polimerica ha pubblicato 1.760 notizie nei dodici mesi appena trascorsi: scegliere le più importanti non è stato facile, ma ci abbiamo provato lo stesso. Quella che trovate di seguito è una nostra selezione, certamente non esaustiva, ma riteniamo sufficientemente rappresentativa dell'anno che si sta chiudendo.
NASCE DOWDUPONT. Il 2017 è stato l’anno della fusione tra Dow e DuPont, avvenuta ufficialmente il 31 agosto scorso. Servirà ancora almeno un anno per completare il ‘merger of equals’ che porterà alla creazione di tre società indipendenti, quotate in Borsa, dedicate rispettivamente a prodotti chimici per agricoltura, scienza dei materiali e prodotti di specialità. In dettaglio, la società dedicata a Specialty Products avrà sede a Wilmington (Delaware, USA) e sarà articolata in quattro segmenti: Electronics & Imaging (materiali e tecnologie per semiconduttori e circuiti elettronici, fotovoltaico, display flessibili); Transportation & Advanced Polymers, all’interno del quale troveranno posto i tecnopolimeri DuPont; Safety & Construction (prodotti per edilizia e costruzioni, inclusi espansi, fibre, non-tessuti e membrane) e Nutrition & Biosciences, forte di biomateriali, ingredienti alimentari e farmaceutici.
La divisione Materials Science, che dopo la separazione manterrà il nome Dow con sede a Midland (Michigan, USA) concentrerà i materiali destinati a tre grandi mercati di destinazione - imballaggio, infrastrutture e prodotti per la cura della persona - suddivisi in tre segmenti, rispettivamente: Packaging & Specialty Plastics, Industrial Intermediates & Infrastructure e Performance Materials & Coatings. Nella terza società saranno invece conferite tutte le attività legate alla chimica per agricoltura, con quartier generale a Wilmington, nel Delaware.
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ANCHE IN ITALIA SI PARLA DI INDUSTRIA 4.0. Merito anche degli incentivi fiscali del pacchetto Industria 4.0, tra cui l’iperammortamento al 250 percento dei beni high-tech, la digitalizzazione dei processi produttivi è diventato in tema ‘caldo' anche nel nostro paese. Per il settore gomma-plastica le tecnologie non mancano, ed erano disponibili in gran parte anche in passato.
Quello di cui si sentiva la mancanza era una integrazione di standard, protocolli di comunicazione, controlli e periferiche intelligenti tali da semplificare l’implementazione del nuovo paradigma industriale nelle piccole e medie imprese. Oggi, grazie alla spinta degli incentivi, anche una PMI del settore può mettere in rete il proprio reparto produttivo, o una parte di esso, e sperimentare i benefici in termini di produttività, tracciabilità e controllo qualità. Il problema, se mai, è trovare le competenze neecssarie sia sotto il profilo tecnico che manageriale...
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MOSSI GHISOLFI IN CRISI. Il 2017 doveva essere l’anno dell’avvio del complesso integrato per poliesteri di Corpus Christi, in Texas, impianto world-scale per la produzione di PET (1,1 milioni di tonnellate annue), integrato a monte con un’unità da 1,3 milioni di tonnellate annue di acido tereftalico purificato (PTA). Invece, per il gruppo piemontese Mossi e Ghisolfi è arrivato il concordato preventivo in Italia e il Chapter 11 per le attività statunitensi, a causa di una grave crisi finanziaria legata in parte proprio al maxi investimento nel polo texano per ritardi nei lavori, costi imprevisti, minori entrate e maggiori spese.
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BREXIT. L’uscita del Regno Unito dall’Unione europea è stata decretata da un referendum il 26 giugno 2016, ma le modalità, i tempi e i costi della Brexit saranno chiari solo al termine delle consultazioni tra Londra e Bruxelles, ancora in corso. Le trattative sono passate alla fase due, ovvero la definizione delle future relazioni tra la Gran Bretagna e l’Unione.
Serviranno però ancora mesi per completare il distacco, considerando i vincoli burocratici e il fatto che è nessun paese lo ha mai fatto; senza contare i trattati internazionali che dovranno arrivare a scadenza prima di impattare sull’economia e gli scambi commerciali.
La separazione non sarà indolore: il Regno Unito è infatti il principale partner commerciale dell’Europa a 27 nella produzione di articoli in plastica: l’export verso questo paese, da parte degli altri paesi comunitari, l’anno scorso ha toccato 6,6 miliardi di euro, mentre il valore degli articoli in plastica esportati dalla Gran Bretagna verso il resto d’Europa ha raggiunto 4,5 miliardi, pari al 68% dell’export totale di questa categoria di prodotti. Senza contare l’intreccio di proprietà di stabilimenti e partecipazioni in aziende tra gruppi che operano sulle due sponde della Manica.
In questo scenario, la federazione europea delle imprese di trasformazione di materie plastiche EuPC e l’associazione britannica della filiera della gomma-plastica BPF (British Plastics Federation) hanno siglato un documento comune in cui si chiede l’esenzione da dazi tra la UE27 e il Regno Unito nel commercio di materie plastiche e prodotti; il riconoscimento reciproco delle procedure e degli standard normativi, in particolare della regolamentazione REACH; procedure doganali più efficienti, semplici e veloci possibili.
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TECNOPOLIMERI PER LA STAMPA 3D. La manifattura additiva è uscita dai laboratori e dai centri di progettazione e design per approdare nei reparti di produzione. Merito anche di nuove stampanti evolute pensate per produzioni ‘quasi di serie’ e al contributo dei principali produttori di materie plastiche e compound, che proprio quest’anno hanno iniziato a mettere in commercio tecnopolimeri per la stampa 3D. In molti casi, sono nate partnership tra costruttori di attrezzature (EOS, Stratasys, Prodways), fornitori di materie prime (Arkema, BASF, Clariant, Sabic, DuPont, Trinseo, Elix Polymers, Ensinger, A. Schulman), e compounder specializzati nello sviluppo di polveri e filamenti. La dimostrazione dei progressi in questo campo era evidente quest’anno alla fiera Formnext di Francoforte, dove sono stati presentati interessanti sviluppi nella prototipazione rapida e produzione di piccole serie mediante sinterizzazione laser, stereolitografia e fabbricazione a fusione di filamento (FFF).
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SOLVAY CEDE LE POLIAMMIDI A BASF. Nel mese di settembre, è stato siglato un accordo che sancisce il passaggio delle attività nelle poliammidi del gruppo belga Solvay a BASF, a fronte di un esborso di 1,6 miliardi di euro, operazione che sarà completata solo a metà 2018. Passeranno di mano 12 impianti produttivi, quattro centri R&D e dieci centri di assistenza tecnica, con 2.400 addetti, dei quali 1.300 in Francia. Le attività hanno generato nel 2016 vendite nette per 1,31 miliardi di euro, con un margine operativo lordo (Ebitda) di 200 milioni di euro.
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SCOMPARE COSTRUTTORE STORICO DI PRESSE. Dopo crisi finanzarie, commissariamenti e passaggi di proprietà, nel mese di marzo il Tribunale di Ivrea ha dichiarato il fallimento della Sandretto di Pont Canavese, storico costruttore di presse ad iniezione. Fondata nel 1946, dopo la prima crisi a metà degli anni ’90, l’azienda piemontese è passata prima sotto il controllo di Cannon, poi del gruppo americano Taylor’s HPM, quindi dei brasiliani della Romi, che l’hanno rivenduta nel 2015 al gruppo belga Photonike. A quest’ultimo l’ingrato compito di metter fine alla storia industriale di Sandretto, dopo aver tentato un inutile rilancio passato anche attraverso la costruzione di stampanti 3D.
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MAXI FUSIONE NELL'IMBALLAGGIO. Il mondo del packaging in plastica è da qualche anno in una fase di trasformazione, che vede accorpamenti, fusioni e dismissioni. L’operazione simbolo di questo fenomeno è la fusione tra due realtà industriali controllate dalla società di private equity Strategic Value Partners (SVP): Klöckner Pentaplast (film plastici per imballaggio) e il gruppo britannico Linpac (film e vaschette alimentari), annunciata in aprile e completata prima dell’estate. Con l’acquisizione di Linpac Senior Holdings Limited da parte di Klöckner Pentaplast è nato un gruppo con un giro d’affari di 1,86 miliardi di euro, 32 stabilimenti in 16 paesi (tra cui l’Italia, con Linpac Packaging Verona e Linpac Packging Infia) e 6.300 addetti.
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TRINSEO RILEVA L'ITALIANA API. Dopo l’acquisizione di Softer da parte di Celanese, avvenuta alla fine del 2016, un altro compoundatore indipendente italiano passa in mani straniere. Si tratta di API - Applicazioni Plastiche Industriali, con sede e stabilimenti a Mussolente (VI), acquisita dalla statunitense Trinseo. Fondata nel 1956 dalla famiglia Brunetti, API è una delle aziende italiane più dinamiche nel compounding di materiali termoplastici, elastomeri e bioplastiche.
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ITALIANI ALLA GUIDA DEI PRODUTTORI DI PLASTICHE E GOMMA. L’importanza dell’industria italiana delle materie plastiche e della gomma si vede anche dalle piccole cose, come la presidenza delle associazioni internazionali. A giugno, l’assemblea di PlasticsEurope - associazione che riunisce i produttori europei di materie pastiche - ha eletto come nuovo presidente Daniele Ferrari, CEO di Versalis. Solo un mese prima, un altro italiano - anche in questo caso targato Versalis -, Enrico Lucchese, era stato chiamato a presiedere l’associazione mondiale dei produttori di gomma sintetica, IISRP.
REICHHOLD E POLYN SI METTONO INSIEME. Nel mese di maggio, senza tanto clamore, la statunitense Reichhold e l’italiana Polynt si sono fuse, mettendo a fattor comune le molteplici attività nelle resine per materiali compositi, compound termoindurenti, gel-coat, coating e relativi intermedi.
Controllato in modo paritario dalle finanziarie Black Diamond e Investindustrial, il nuovo gruppo Polynt-Reichhold ha un giro d’affari superiore a due miliardi di euro e possiede 44 impianti produttivi in Europa, Nord America e Asia. Alla guida, in qualità di Presidente e CEO, è stato designato l’italiano Rosario Valido, dal 2002 Amministratore delegato e Presidente di Polynt.
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VERSALIS INVESTE A RAVENNA NELLA GOMMA. Non c’è solo la chimica verde nei progetti di Versalis, braccio chimico del gruppo ENI. In primavera la società ha infatti annunciato nuovi investimenti a Ravenna negli elastomeri, per circa un centinaio di milioni di euro, tra cui un nuovo impianto swing per gomma SBS/S-SBR e una decina i progetti di ricerca che potranno cambiare il focus del polo petrolchimico di Ravenna. Si va da gradi S-SBR funzionalizzati per carbon black e silice destinati agli pneumatici verdi alla tecnologia ‘wet compound’, sempre per pneumatici, fino al riciclo di questi ultimi, mediante macinazione criogenica e successiva devulcanizzazione per ottenere una gomma ‘attiva’ (rivulcanizzabile) in grado di sostituire la gomma naturale e SBR.
Allo studio c’è anche una nuova famiglia di polibutadieni da catalisi proprietaria e inediti copolimeri butadiene/isoprene. Altri progetti in corso nel sito romagnolo riguardano SEBS per la modifica di oli lubrificanti (Viscosity Index Improver) e un processo con catalisi proprietaria per produrre 1,3 butadiene da raffinati C4 mediante deidrogenazione.
Versalis è anche interessata ad applicazioni industriali del grafene con l’obiettivo di sviluppare compound ad alte prestazioni destinati a pneumatici ed altri componenti automotive al fine di ridurre i pesi e migliorare le caratteristiche meccaniche.
SI SPERIMENTA IL CAC DIFFERENZIATO. É partita nella primavera di quest’anno, fino ad ora solo sulla carta (i veri effetti scatteranno il 1° gennaio 2018), la sperimentazione del Contributo ambientale (CAC) differenziato per gli imballaggi in plastica, con imposizione variabile in funzione della loro selezionabilità e riciclabilità. Tre le fasce previste: la A riguarda gli imballaggi selezionabili e riciclabili da circuito ‘commercio e industria’, ai quali sarà applicato un CAC di 179 euro/ton. Nella Fascia B rientrano invece gli imballaggi selezionabili e riciclabili da circuito domestico (208 euro/ton), mentre la categoria residuale (Fascia C) sarà soggetta ad un contributo di 228 euro.
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Il costruttore italiano di impianti di estrusione partecipa alle due maggiori fiere internazionali in programma quest'anno negli USA e in Cina.
Presentate da Aliplast alla fiera bolognese. Andriolo: 'un’economia sostenibile e circolare nel settore cosmetico è possibile'.
Rappresenta anche l'80% del tempo di produzione, ma se non ottimizzato lo rallenta. Insieme a Piovan vediamo come risolvere i problemi più comuni.