14 dicembre 2017 07:55
L’associazione dei riciclatori europei di materie plastiche PRE (Plastics Recyclers Europe) ha diffuso i risultati di uno studio commissionato a Deloitte per valutare i benefici ambientali, economici e sociali del raggiungimento della soglia del 55% di riciclo di imballaggi in plastica, che arriverebbe al 65% considerando nel computo anche il materiale esportato fuori dalla UE.
Secondo i ricercatori, l’obiettivo del 55% è raggiungibile a livello comunitario entro il 2025, a condizione che vengano messe in atto misure di sostegno al fine di aumentare le capacità di selezione dei rifiuti - anche attraverso l’ampliamento della raccolta differenziata -, migliorare la qualità del materiale riciclato e l’accettazione da parte dei consumatori, attraverso la creazione di standard armonizzati, certificazioni, marchi ed etichette.
Non meno importante, è che l’industria dell’imballaggio ripensi le confezioni, semplificandole, al fine di agevolare il recupero a fine vita, secondo i principi del Design for Recycling. Il tutto deve essere accompagnato da una forte azione di comunicazione che coinvolga l’intera filiera delle materie plastiche e da una spinta legislativa che renda più oneroso - o limuti fortemente - il conferimento in discarica e favorisca, anche mediante sostegni economici, un maggiore utilizzo dei prodotti ottenuti da materiali riciclati, aprendo nuovi campi applicativi. Specie se si considera che raggiungendo il target UE del 55% (contro l’attuale 22,5%) il mercato dovrà assorbire ogni anno circa 12 milioni di tonnellate annue di materiale rigenerato, ovvero oltre il doppio del volume generato nel 2014 e un terzo circa della plastica consumata nei diversi settori finali.
Guardando all’ambiente, notano i ricercatori, la sostituzione di materie prime vergine con quelle rigenerate consentirebbe di ridurre fino all’80% le emissioni di CO2, mentre sotto il profilo economico e sociale si stimano 115mila nuovi posti di lavoro e un miliardo di euro di benefici economici. Benefici che dipenderanno anche dal prezzo che i materiali rigenerati riusciranno a spuntare sul mercato.
Resta l’incognita della Cina. Lo studio stima infatti che circa 1,9 milioni di tonnellate di rifiuti plastici raccolti siano destinati a riciclo fuori dall’Europa, soprattutto in Asia, costituendo una opportunità persa per i riciclatori europei. Le recenti restrizioni annunciate dal governo cinese sulle importazioni di rifiuti potrebbero però riportare parte dei flussi alle aziende europee del settore.
In allegato lo Studio completo “Blueprint for plastics packaging waste: Quality sorting and recycling” (PDF).
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Lucy Plast ridisegna la circolarità degli imballaggi secondari puntando su servizi di recupero e gestione del fine vita.