9 novembre 2017 07:10
In occasione della Bioeconomy Week, in programma a Bruxelles dal 14 al 17 novembre, sarà presentato il progetto triennale di ricerca Res Urbis (REsources from URban BIo-waSte) che si propone di recuperare i rifiuti urbani di origine organica, dalla frazione umida della raccolta differenziata ai fanghi di depurazione, fino agli sfalci di giardinaggio, per trasformarli in bioplastiche biobased e biodegradabili a base di poliidrossialcanoati (PHA), da destinare alla produzione di film da imballaggio, articoli durevoli come case di computer, tablet e telefoni, e materiali a rilascio controllato per la bonifica di falde sotterranee contaminate.
Finanziato da Bruxelles con 3 milioni di euro nell’ambito del programma Horizon 2020, Res Urbis vede al lavoro dall’inizio dell’anno 21 partner tra imprese, associazioni e amministrazioni pubbliche provenienti da otto paesi europei, tra cui gli atenei di Verona e Bologna, la Sapienza di Roma e Ca Foscari di Venezia.
Coordinato da Mauro Majone (Dip. di Chimica, Sapienza Università), il progetto rientra nelle iniziative volte a sviluppare l’Economia circolare, con il duplice obiettivo di minimizzare i quantitativi di rifiuti da smaltire in discarica e ottenere nuovi prodotti biobased, usando gli stessi scarti come risorse rinnovabili al posto del petrolio.
Per informazioni: Res Urbis
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