18 ottobre 2017 08:00
Mitsubishi Chemical ha acquisito il 44% della società modenese CPC, specializzata nella produzione di componenti in materiale composito rinforzato con fibre di carbonio destinati prevalentemente al settore automotive. Il gruppo giapponese non esclude in futuro ulteriori investimenti nell'azienda italiana.
L’operazione, completata dalla consociata Mitsubishi Chemical Carbon Fiber and Composites, con sede in Germania, è parte di un piano volto a consolidare le attività nelle fibre di carbonio sui mercati di Europa e Stati Uniti.
Il gruppo giapponese ha adottato una strategia che prevede l’ampliamento delle attività nei pre-impregnati con fibre di carbonio (SMC e PMC), semilavorati destinati alla realizzazione di componenti che combinano peso ridotto ed elevata resistenza meccanica. L’obiettivo è aumentare le vendite in questo segmento fino a 100 miliardi di yen (758 milioni di euro) entro il 2020.
Fondata nel 1959 come come piccola azienda artigiana in cui vengono creati modelli per fonderia, CPC è cresciuta negli anni dando vita a diverse aziende, quali C.P.C. Engineering (1998), C.P.C. Protoservice (2003) e C.P.C. Compositi (2007), estendendo le attività alla verniciatura, lavorazione metallica e carbonio in pressa.
Oggi - si legge sul sito internet - è un’azienda con 200 addetti, 20.000 m2 di stabilimento coperto e una capacità produttiva di 150.000 pezzi finiti all’anno, leader nella ricopertura galvanica su prodotti in Rapid Proto e nella laminazione di componenti in fibra di carbonio con parti metalliche co-laminate. CPC opera nella realizzazione su larga scala di strutture leggere e superleggere in Compression Moulding di fibre di carbonio sia corte (CF SMC) che lunghe (PCM, press prepreg compaction), affiancando la lavorazione dei materiali compositi con quella di parti meccaniche.
L’ufficio tecnico è in grado di eseguire studi di simulazione che vanno dall’analisi di colabilità fino alla predizione della caratterizzazione meccanica del componente studiato.
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