3 ottobre 2017 08:18
Un nostro lettore, addentro al settore - e per questo anonimo -, ha fatto due conti sui costi e i prezzi praticati dall GDO sui sacchetti per ortofrutta e altri prodotti sfusi che dal prossimo 1° gennaio dovranno obbligatoriamente essere prodotti con plastiche compostabili e pazialmente biobased, ma non potranno essere ceduti gratuitamente ai consumatori. Vista l’attualità del tema, riportiamo di seguito il testo, lasciando pieno diritto di replica.
La nuova legge sui sacchetti monouso ultraleggeri, con spessore inferiore ai 15 micron, è destinata inevitabilmente a suscitare polemiche. Mentre nella scelta dello shopper il consumatore ha possibilità di scegliere tra diversi prodotti - dal sacchetto bio alla sporta utilizzabile più volte -, per l’ortofrutta o il sacchettino per la mozzarella non esiste, per ovvi motivi igienici, la possibilità di utilizzare un imballaggio riutilizzabile.
L’idea di far pagare un prodotto “obbligatorio per legge” non piace e non piacerà ai consumatori anche se viene giustificata, dai sostenitori di questa norma, dalla necessità di contrastare abusi e sprechi nell’utilizzo dei sacchettini.
Ma i consumatori quali tutele avranno di pagare questi sacchetti ultraleggeri “il giusto prezzo” o - ancora meglio - quale deve essere il giusto prezzo?
Se lo shopper viene pagato tra i 10 ed i 15 centesimi e pesa tra i 13 ed i 18 grammi, i sacchetti leggeri per ortofrutta costeranno alla grande distribuzione tra i 3 e i 5 centesimi al pezzo. Alcuni produttori di sacchettame segnalano, non molto soddisfatti, che i supermercati stiano già “trattando” i prezzi degli ortofrutta cercando il miglior offerente: risparmiare un centesimo di euro sembra poca cosa, ma per forniture da milioni di sacchetti, anche i decimi di centesimo fanno la differenza.
Se, quindi, un supermercato paga un sacchetto 2,8 centesimi e con l’Iva arriva 3-5 centesimi, pare poco etico che lo rivenda a 4 o addirittura 5 centesmi al consumatore. Ci si può infatti chiedere se sia giusto che la GDO “lucri” su un “prodotto obbligatorio” quando con l’entrata in vigore della norma gli esercenti risparmiano già il costo del sacchetto di HDPE, che prima regalavano.
Il consumatore che paga il sacchetto dovrebbe ricevere un prodotto solido, performante ed organoletticamente perfetto e per il quale il costo per il supermercato - una volta aggiunti Iva e contributi Conai - si avvicini il più possibile al prezzo di vendita.
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