Avviata un'indagine in vista di ulteriori restrizioni all'utilizzo del metallo pesante in ogni applicazione.
16 gennaio 2013 07:26
La Comissione Europea ha chiesto all'Agenzia chimica europea (ECHA) di valutare l'impatto di un divieto generalizzato all'utilizzo del cadmio nelle materie plastiche, oggi vietato per i 16 materiali elencati nell'Allegato XVII del Reach, il regolamento europeo sull'utilizzo delle sostanze chimiche.
L'Agenzia ha così avviato una "call for evidence" che si concluderà l'11 febbraio 2013, dove si invitano le parti interessate a inviare commenti e informazioni attraverso un questionario online pubblicato sul sito internet dell'ECHA.
In particolare, l'Agenzia vuole censire ogni materiale plastico che potrebbe contenere cadmio, prodotto o importato in Europa, non ancora soggetto a restrizioni. La "call for evidence" offe a tutti i soggetti interessati da una futura norma europea la possibilità di fornire il proprio punto di vista nelle fasi iniziali del processo decisionale.
Il cadmio è stato utilizzato in passato nella produzione di stabilizzanti per PVC. Due anni fa il suo impiego in questo settore è stato vietato dalla Commissione Europea, quando i produttori avevano già deciso volontariamente di utilizzare alternative a ridotto impatto ambientale.
In altri ambiti, l'eliminazione di questo metallo è più complessa, per la mancanza di alternative altrettanto efficaci, come nel caso di alcuni pigmenti per materie plastiche, tanto che lo scorso settembre, sono stati stralciati dall'allegato XVII (utilizzo del cadmio) polietilene alta densità (HDPE), ABS e PMMA.
Modificando il regolamento REACH, la Commissione aveva però chiesto all’Agenzia europea per le sostanze chimiche di predisporre entro il 19 novembre 2012 "un fascicolo conforme alle prescrizioni dell’allegato XV per valutare se debba essere sottoposto a restrizioni l’uso del cadmio e dei suoi composti nelle materie plastiche diverse da quelle elencate al primo paragrafo".
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