Se lo chiede maliziosamente EuPC in merito alle ripetute chiamate di Forza Maggiore per gli impianti europei di materie plastiche.
3 luglio 2015 14:08
Non si placa la polemica tra produttori e trasformatori di materie plastiche europei, in merito allo shortage di materie prime, con relativo aumento dei prezzi, causato dalle chiamate di Forza Maggiore in numerosi impianti del vecchio continente. Quaranta in soli quattro mesi secondo l'associazione europea dei trasformatori, EuPC, con alcuni casi di recidiva: “per alcuni siti – nota l'associazione – negli ultimi due anni si sono registrate oltre 11 dichiarazioni di forza maggiore e la situazione non è destinata a migliorare in assenza di investimenti”.
Per queste ragioni, non senza malizia, EuPC si chiede se nell'industria petrolchimica la chiamata di Forza maggiore sia passata da una motivazione quale Atto divino, “Act of God” (fuori da ogni controllo umano) ad un atto degli azionisti, “Act of shareholder”.
"Durante la sua recente Assemblea generale, EuPC ha istituito l'Alliance for Polymers for Europe (Alleanza per i Polimeri per l'Europa), con lo scopo di riunire tutte le forze per combattere questa situazione priva di ogni giustificazione – afferma il presidente di EuPC Michael Kundel -. Sembra che l'industria petrolchimica, fermando gli impianti in Europa, si stia riprendendo nella value chain dei polimeri i margini di guadagno persi negli ultimi mesi a causa dei ridotti prezzi del petrolio”.
Sempre secondo Kundel: “Questa situazione è molto grave, mette a rischio la sopravvivenza trasformatori e solleva dubbi sull'osservanza delle regole antitrust. A causa dell'aumento della pressione da parte di diverse associazioni di categoria, di utilizzatori, di OEM e dei proprietari di marchi, le autorità dell'UE stanno iniziando a guardare più in profondità in queste chiamate di Forza maggiore".
EuPC ha anche illustrato come si muoverà nei prossimi mesi l'Alliance for Polymers for Europe. In primo luogo fornirà informazioni dettagliate sull’attuale mercato dei polimeri e assisterà gli utilizzatori attraverso la sua rete di associazioni nazionali, così come assisterà le aziende nella richiesta di sospensione alla UE di alcuni dazi all'importazione, al fine di alleggerire le attuali carenze sui mercati dei polimeri, situazione per la quale non si attendono miglioramenti nel prossimo futuro.
“Alcune aziende non saranno in grado di sopravvivere a questo periodo a causa della indisponibilità di adeguati volumi a magazzino, conseguenza della scarsa domanda del 2014 – sottolinea l'associazione -. Di conseguenza, queste aziende potrebbero andare incontro al fallimento”.
Sarà inoltre avviato uno studio sull'obsolescenza dei siti europei dove si producono polimeri, con il supporto di esperti provenienti sia dall’industria che indipendenti, in modo da fornire trasparenza sullo sviluppo futuro dei siti produttivi di polimeri in Europa.
L'Alleanza sta anche valutando la possibilità di fornire assistenza legale alle aziende che non hanno altra scelta che intentare azioni di risarcimento contro i propri fornitori, a causa di dichiarazioni di forza maggiore non giustificate.
Nelle intenzioni dei promotori, L'Alleanza avrà la forma di una coalizione europea aperta non solo all'industria della trasformazione, ma anche a tutte le aziende e le associazioni europee che hanno necessitano di maggiori informazioni su come reperire polimeri per la loro attività nei prossimi 5-10 anni. A questo scopo, sarà condotta una ricerca sulle possibilità di importazione di materiali da paesi terzi (dove esistono impianti di produzione più moderni), nonché l'eventuale creazione di gruppi di acquisto, in conformità con il diritto comunitario sulla concorrenza.
Inoltre, sul sito PCE sono state create pagine web dedicate all'Alliance for Polymers for Europe, in collaborazione con Polyglobe e lo studio legale svizzero King & Spalding.
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