14 giugno 2017 12:27
Pur essendo stato il primo paese comunitario ad aver introdotto limiti molto stringenti alla vendita di sacchetti monouso in plastica, tanto da rischiare la procedura di infrazione, oggi l’Italia ha ricevuto insieme ad altri paesi (Cipro, Grecia e Polonia) un sollecito ad ultimare il recepimento nel proprio ordinamento della direttiva sulle borse di plastica in materiale leggero (UE 2015/720) e notificare alla Commissione le misure adottate entro due mesi. In assenza di una risposta soddisfacente, la Commissione potrà deferire gli Stati membri recalcitranti alla Corte di giustizia dell’UE.
La direttiva 2015/720 introduce misure per ridurre la circolazione di sacchetti monouso in plastica, tra cui strumenti economici, come ad esempio imposte o l’attribuzione di un prezzo.
Un’altra possibilità è l’introduzione di obiettivi di riduzione a livello nazionale: gli Stati membri devono garantire che l’uso annuale non superi 90 borse di plastica pro capite entro la fine del 2019 e 40 borse entro la fine del 2025.
Entrambe le opzioni possono essere conseguite mediante misure obbligatorie o accordi con i settori economici. È anche possibile vietare le borse di plastica - fa sapere la Commissione -, purché tali divieti non vadano al di là dei limiti stabiliti dalla direttiva al fine di preservare la libera circolazione delle merci all’interno del mercato unico europeo.
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