9 giugno 2017 08:24
Il progetto PEFerence per la creazione di una filiera nella produzione di polietilen-furanoato (PEF) da acido 2,5-furandicarbossilico (FDCA), sostenuto da un consorzio di undici aziende, ha ottenuto un finanziamento di 25 milioni di euro dal Bio-Based Industries Joint Undertaking (BBI), la partnership pubblico-privato tra Unione Europea e consorzio delle industrie bio-based BIC (Bio-based Industries Consortium).
Parte delle risorse saranno destinate alla costruzione, ad Anversa, dell’impianto da 50mila tonnellate di FDCA da risorse rinnovabili, progetto coordinato da Synvina, la joint venture tra Avantium e BASF nella produzione e commercializzazione di PEF, utilizzando il processo biotech YXY messo a punto da Avantium. L’obiettivo è portare le bottiglie in PEF sugli scaffali nel 2021, ritagliandosi uno spazio nel fiorente mercato delle bottiglie in plastica che vale a livello mondiale tra i 32 e i 37 miliardi di euro.
Oltre a Synvina, Avantium e BASF, il consorzio PEFerence ha tra i suoi membri: Tereos Participations (Francia), Alpla Werke Alwin Lehner (Austria), OMV Machinery (Italia, parte del gruppo Wifag-Polytype), Croda Nederland (Olanda), Nestec (Svizzera), Lego System (Danimarca), Nova-Institut für politische und ökologische Innovation (Germania) e Spinverse Innovation Management (Finlandia).
Il PEF vanta sulla carta migliori prestazioni meccaniche rispetto al PET, che consentono di ridurre la quantità di resine necessarie nel soffiaggio delle bottiglie, oltre ad una barriera all’ossigeno dieci volte superiore, con conseguente incremento della shelf-life. L’anidride carbonica presente nelle bottiglie di bevande gassate fuoriesce 5 volte di più nei contenitori di PET rispetto a quelli prodotti con PEF. Le bottiglie, quindi, si ‘sgasano’ molto più lentamente. A ciò si aggiungono i benefici ambientali e l’efficienza: produrre bottiglie in PEF richiede il 70% di energia in meno e l’impatto ambientale complessivo risulta inferiore del 30% rispetto alle soluzioni oggi in commercio.
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Amut ha avviato in Australia il suo terzo impianto di riciclo in due anni mezzo, con piena soddisfazione del cliente. Dopo il PET è la volta delle poliolefine.