19 maggio 2017 07:50
Conai ha celebrato ieri a Roma i primi vent’anni di attività: la fondazione del Consorzio nazionale imballaggi risale infatti al 1997 con il Decreto Ronchi e da allora ne è stata fatta di strada nel riciclo di rifiuti da imballaggio. Se nel 1998, primo anno di attività, si sono riciclate 190.000 tonnellate di rifiuti da imballaggio, l’anno scorso questo volume è salito a 4 milioni di tonnellate. E se si sommano tutti i materiali riciclati in vent’anni si arriva a 50 milioni di tonnellate, evitando - calcola il Consorzio - l’apertura di 130 discariche.
PRONTI PER GLI OBIETTIVI UE. Il numero mostra però solo il contributo diretto del Consorzio: considerando anche gli altri soggetti privati, nel 2016 è stato avviato a riciclo il 67,1% dei rifiuti di imballaggio per un totale di 8,4 milioni di tonnellate (+2,8% sul 2015), superando già oggi non solo i target fissati al 2020, ma anche gli obiettivi europei in discussione per il 2025.
Effetti positivi non solo per le discariche: riciclando rifiuti di imballaggio si sono risparmiati – nel solo 2016 – 19 TWh di energia, pari al consumo di 11 centrali termoelettriche (superiori a 1 GWh), mentre dal punto di vista strettamente economico, il riciclo gestito da Conai e dai Consorzi di Filiera ha generato nel 2016 benefici per 901 milioni di euro.
VERSO L’ECONOMIA CIRCOLARE. “La sfida che siamo chiamati ad affrontare oggi è la transizione da un modello di consumo lineare ad uno circolare per uno sviluppo sostenibile duraturo - ha spiegato Roberto De Santis, Presidente di Conai -. Una volta completato l’iter europeo, il nostro Paese potrà cogliere l’occasione, come già fece nel 1997, per creare uno scenario favorevole all’ulteriore miglioramento delle performance di riciclo e recupero. Nel processo di ammodernamento del quadro normativo, continuando a tenere fermi i principi del ‘chi inquina paga’, della responsabilità estesa del produttore e dell’universalità del servizio, un ruolo guida dovrà essere mantenuto da un sistema di natura privatistica e non lucrativa, che garantisca l’autonomia necessaria per la determinazione degli oneri economici a carico delle imprese e, al contempo, l’impegno a intervenire lungo l’intero ciclo di vita degli imballaggi”.
Qualche dato sull’industria della gestione rifiuti lo ha fornito Walter Facciotto, Direttore generale Conai: 6.000 imprese e 155.000 addetti, settore che ha continuato a crescere anche in periodo di recessione. Numeri a cui vanno aggiunti ulteriori 3.000 imprese e 180.000 addetti che hanno la loro ragione d’essere proprio nel recupero dei materiali.
BILANCIO CONAI. La celebrazione dei vent’anni ha seguito di un giorno l’Assemblea dei consorziati Conai, chiamata ad approvare il Bilancio e a nominare nuovo CdA (in allegato i nuovi membri) e Collegio dei Sindaci.
L’anno scorso il numero dei consorziati è sceso a 926.799 aziende, per il 99% appartenenti alla categoria utilizzatori, quasi 128mila in meno rispetto al 2015, per effetto dell’esclusione di imprese che, nel tempo, non avevano formalizzato la cessazione dell’attività, rilevata invece da fonti camerali o a seguito di comunicazioni massive e mirate alle aziende. Le aziende neoconsorziate sono state 40.815 a fronte delle 25.510 del 2015, anche grazie alla campagna di regolarizzazione con procedura agevolata “Tutti in Regola”.
Il Contributo Ambientale (CAC) dichiarato è stato pari a 492 milioni di euro (+0,2%) al netto dei rimborsi per export, mentre quello incassato è ammontato a 607 milioni. Gli imballaggi in plastica hanno contribuito per la parte più rilevante: 367 milioni, in crescita del +2,4% rispetto al 2015.
Tra le novità rilevanti dell’esercizio 2016, si segnala l’approvazione del Contributo Ambientale diversificato per gli imballaggi in plastica, in funzione della loro riciclabilità, partito a livello sperimentale, ma che entrerà a regime solo l’anno prossimo (leggi articolo).
PRIMI DATI 2016. Per quanto concerne i risultati raggiunti dal Consorzio nel 2016, a fronte di un incremento degli imballaggi immessi al consumo del 2,3% a circa 12,6 milioni di tonnellate (in plastica 2,1 milioni di ton, +2,3%), le prime stime sul riciclo indicano un volume di quasi 8,5 milioni di tonnellate (+2,8%), di cui il 48% circa derivante dall’attività dei Consorzi di Filiera e il resto da soggetti privati. Sommando riciclo (67,1%) e recupero energetico, sono stati sottratti alla discarica il 78,6% degli imballaggi immessi al consumo.
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