27 marzo 2017 07:50
Federchimica e Ministero della Ricerca e Innovazione della Repubblica Argentina (MinCyT) hanno siglato venerdì scorso a Milano un accordo di cooperazione per lo sviluppo della bioeconomia, che dà il via ad un Piano Operativo Triennale di ricerca applicata e sviluppo sostenibile nel paese sudamericano. Sono previsti trasferimenti di tecnologie, formazione di joint venture tra i due paesi, anche con la mobilitazione di fondi di private equity internazionali e con la co-gestione di incubatori e di parchi scientifici e tecnologici in sette Regioni argentine orientate alla bioeconomia.
Nell’ambito del suo ruolo internazionale all’interno del G20, l’Argentina intende valorizzare le proprie risorse naturali, competenze tecnologiche ed esperienze industriali nella bioeconomia. MinCyT ha quindi avviato il “BAR - Bioeconomy Argentinean Regions”, programma nazionale per la bioeconomia, un sistema integrato di Università, centri di ricerca pubblici e privati, imprese di biotecnologie tradizionali e avanzate, incubatori e parchi scientifici nonché fondi di venture capital. In questo settore, il dicastero argentino considera l’industria chimica in Italia il partner privilegiato per realizzare partnership pubblico-private di R&S, trasferimenti di know how e tecnologie, joint venture industriali, co-investimenti in start-up e in PMI miste, in fase di prima espansione.
Nel commentare l’Accordo, il presidente di Federchimica Cesare Puccioni ha dichiarato: “La bioeconomia per le nostre imprese rappresenta un’opportunità di innovare e sviluppare processi, prodotti e soluzioni sostenibili, fornendo prospettive di crescita economica ed occupazione e diversificando la domanda di materie prime di base. Servono però adeguate e coerenti politiche da parte dell’Unione europea per stimolare l’innovazione, incoraggiare lo sviluppo regionale, attrarre gli investimenti e permettere così che i nuovi mercati si sviluppino, assicurando l’accesso alle materie prime rinnovabili a prezzi competitivi e fondi adeguati per l’innovazione al fine di implementare nuovi impianti che sono ancora in fase sperimentale”.
La Bioeconomia, intesa come l’insieme delle industrie basate sulla trasformazione di biomasse (quindi, una parte dell’industria chimico-farmaceutica e del tessile, della carta e degli altri prodotti delle foreste, i settori dei bio-carburanti per il trasporto e la cosiddetta energia prodotta dalle fonti rinnovabili) in Europa genera un fatturato di 2,1 trilioni di euro e 18,3 milioni di posti di lavoro.
La quota dell’industria chimica basata sulle biomasse è pari a circa il 6% del totale fatturato in Europa (519 miliardi di euro nel 2016) e si prevede in crescita al 7% nel 2020, con un valore di mercato complessivo di 40 miliardi di euro. In questo contesto, il nostro Paese si presenta come un mercato importante per la chimica delle biomasse che vale - già adesso - 3 miliardi di euro.
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