3 gennaio 2017 09:05
Dicembre non ha tradito le aspettative, con 124.438 immatricolazioni, in crescita del 13,1% rispetto allo stesso mese del 2015 (nonostante un giorno lavorativo in meno), portando così il volume dell’intero anno a 1.824.968 unità, con un incremento del 15,8%. Guardando al mercato per area geografica, nel 2016 l’Italia settentrionale ha immatricolato oltre il 63% del totale, mentre all’Italia centrale e Italia meridionale chiudono rispettivamente con il 21% e il 16%.
Per l’anno in corso le previsioni sono all’insegna di una crescita più moderata, tra il 3% e il 5% in più rispetto al 2016.
“Con il trentunesimo incremento mensile consecutivo, a dicembre, nonostante un giorno lavorativo in meno rispetto a dicembre 2015, il mercato cresce a doppia cifra, facendo concludere l’anno in linea con le aspettative – commenta Gianmarco Giorda, Direttore di Anfia, associazione della filiera auto nazionale -. Per il mese appena concluso, i volumi di immatricolazioni non erano così alti dal 2010, quando superarono 131.000 unità”.
Secondo Giorda, l’Italia – quarto mercato UE dopo Germania, Regno Unito e Francia – sta tornando su volumi ritenuti in linea con le potenzialità di sviluppo del Paese, un target che si colloca tra 1,8 e 1,9 milioni di immatricolazioni l'anno. Ha contribuito al buon andamento del mercato anche la misura del superammortamento, che l'anno scorso includeva anche gli autoveicoli.
“Anche quest’anno - nota Massimo Nordio, Presidente di Unrae, l’Associazione delle Case automobilitiche estere - il settore automotive ha portato un contributo determinante ai consumi interni, più forte che in altri settori, e al recupero, seppur ancora lento, dell’economia nazionale. Nell’intero 2016, infatti, il fatturato generato dal settore è stato di 36,9 miliardi di euro, con un incasso di IVA per lo Stato di 6,6 miliardi di euro”.
“Guardando al 2017 - aggiunge Nordio - esiste ancora l’opportunità di tenere stimolata una crescita che al momento appare contenuta per il quadro macroeconomico nel quale permangono incertezze, per il confronto con un 2016 di performance robuste e per un certo anticipo di domanda del settore società nel 2016, che si rifletterà negativamente sui primi mesi del 2017, influenzando la domanda totale.”
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