22 novembre 2016 14:39
È stato presentato oggi a Milano il piano industriale 2017-2020 di Bio-on, società biotech italiana attiva nelle tecnologie per la produzione di bioplastiche tramite fermentazione batterica: tra le novità annunciate dal CEO Marco Astorri, la decisione di affiancare alle attività di licensing anche la produzione diretta di biopolimeri a base di PHAs (poli-idrossi-alcanoati) distribuiti con il marchio Minerv-PHA.
PRODUZIONE DI PHA NEL 2018. L’ingresso sul mercato prevede l’avvio di un nuovo impianto da 1.000 tonnellate annue, che sarà completato nel corso del 2017, con un investimento previsto di 15 milioni di euro. Lo stabilimento, gestito dalla controllata Bio-on Plants srl, sorgerà a Castel San Pietro Terme, in provincia di Bologna, su un'area di 3.700 metri quadrati, con spazi dedicati alla ricerca e alla produzione.
I primi prodotti, disponibili nel 2018, saranno microperle biobased e biodegradabili alternative a quelle utilizzate dall’industria dei cosmetici come esfolianti, oggi prodotti con plastiche tradizionali e vietate in alcuni paesi perché ritenute inquinanti per l’ambiente marino. Nelle intenzioni della società bolognese, la produzione sarà poi estesa ai prodotti per la teranostica (uso di microcapsule in bioplastica per realizzare indagini diagnostiche o terapie antitumorali) e il bio-recovery o bio-remediation, per il risanamento di sversamenti di idrocarburi in mare o terra.
140 MILIONI NEL 2020. Il Piano industriale prevede una crescita endogena del 78% (CAGR 2015-2020), con l’obiettivo di raggiungere nel 2020 un fatturato pari a 140 milioni di euro ed un Ebitda del 59%, in linea con le marginalità attuali, pari a 85 milioni di euro ed una generazione di cassa oltre 60 milioni di euro.
Il nuovo piano - si legge in una nota - prevede una crescita del fatturato bilanciata e coerente fra il nuovo business production e quello già avviato del licensing, creando in futuro anche un positivo ulteriore effetto ‘boosting’ di quest’ultimo. Il fatturato di piano 2017 e 2018 relativo alle licenza di tecnologie produttive, sostiene l’azienda, è “sostanzialmente coperto da ordini in corso di formalizzazione o in fase di negoziazione per circa 68 milioni di euro; sono inoltre presenti attualmente nel ‘sales funnel’ commerciale, numerose opportunità che complessivamente ammontano a circa 80 milioni di euro”.
SI PUNTA SULLE SPECIALITÀ. Bio-on applicherà una politica di licensing maggiormente focalizzata su settori e segmenti produttivi, specifiche aree geografiche e fasce di prezzo. La produzione invece si svilupperà esclusivamente nelle bioplastiche speciali ad alto contenuto tecnologico e alta marginalità.
“Siamo orgogliosi di dare il nostro contributo in un settore così importante per migliorare la salute delle persone - commenta Marco Astorri -. Continueremo a farlo ampliando ancora di più la nostra presenza diretta nel settore dalla cosmetica alla bio medicina e nano-medicina”.
Quotata dal 2014 all’AIM Italia, Bio-on ha chiuso l’esercizio 2015 con ricavi consolidati pari a 8,4 milioni di euro, contro i 2,7 milioni dell’anno precedente. L’Ebitda è passato da 1 a 3,7 milioni di euro, mentre il margine operativo netto (Ebit) è cresciuto da 900mila euro a 3,5 milioni. La società ha chiuso il bilancio con utile netto di 3 milioni di euro, contro i 500mila euro del 2014.
La società ha chiuso il primo semestre di quest'anno con ricavi pari a 1,17 milioni di euro e un Ebitda negativo per 876mila euro.
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