6 luglio 2016 07:46
Un altro anno positivo per l’industria italiana dei beni strumentali, che nel 2015 ha raggiunto una produzione di 38,4 miliardi di euro, il 4,6% in più rispetto all’anno precedente, con il nostro paese che insegue la Germania e si lascia alle spalle, con largo vantaggio, la Francia.
Dati e trend del macrocomparto, che racchiude la produzione di macchinari e impianti per una grande varietà di settori industriali (tra cui gomma-plastica) sono stati diffusi in occasione dell’Assemblea di Federmacchine tenutasi ieri a Milano alla presenza del presidente di Confindustria Vincenzo Boccia, quest’anno dal titolo evocativo: “Dalla meccatronica alla smart manufacturing”.
MERCATO INTERNO IN RIPRESA.I buoni risultati sono stati determinati sia dal buon andamento delle esportazioni, sia dalla ripresa delle consegne sul mercato interno, favorita dalle misure introdotte dal Governo. Il consumo domestico si è infatti attestato su 18,8 miliardi, con un incremento dell’8,3% (dopo il +10% del 2014) , con le vendite dei costruttori italiani salite del 4,9% a 11,1 miliardi e le importazioni del 13,7% a 7,7 miliardi.
“Dopo anni di difficoltà – ha affermato Sandro Salmoiraghi, presidente Federmacchine (a sinistra nella foto con Vincenzo Boccia e Alfredo Mariotti) – finalmente l’industria italiana della meccanica strumentale ha imboccato la strada della ripresa proseguendo con il trend positivo registrato a partire dallo scorso anno. Ciò che appare più confortante è la conferma della vitalità della domanda interna, sostenuta, almeno in parte, dal rifinanziamento della Nuova Sabatini e dall’introduzione del Superammortamento al 140%. Per questa ragione i costruttori chiedono che il Superammortamento divenga semi-strutturale in modo da accompagnare la ripresa che oggi non è ancora solida”.
EXPORT A LIVELLI RECORD. Continua anche la corsa delle esportazioni per i costruttori italiani, che l’anno scorso hanno venduto all’estero macchinari per 27,3 miliardi di euro, valore record che segna un incremento del 4,5% rispetto al 2014. Il rapporto export su produzione è pari al 71%, senza modifiche rilevanti rispetto a dodici mesi prima. I principali mercati di sbocco del made in Italy vedono al primo posto la Germania (2,8 miliardi di euro, -0,7%), seguita da Stati Uniti (2,7 miliardi di euro, +15,3%), Cina (1,8 miliardi, -6,9%) e Francia (1,7 miliardi, +3,9%). Il saldo commerciale del comparto è migliorato nell’anno (+1,3%) per un totale di 19,6 miliardi di euro, su un totale del sistema Italia di 45,8 miliardi.
AMMODERNARE IL PARCO. “I macchinari che produciamo attualmente sono molto diversi da quelli che uscivano dalle nostre fabbriche venti anni fa: rispondono a quegli standard di innovazione, sicurezza, risparmio energetico, automatizzazione e digitalizzazione che oggi il mercato richiede - ha aggiunto Salmoiraghi. Continuare a operare con macchinari datati significa, per i settori a valle del bene strumentale, perdere in competitività. Tutto questo non deve accadere.”
Federmacchine chiede quindi - insieme alle associazioni settoriali che compongono la Federazione - l’introduzione di un sistema di incentivi alla sostituzione dei macchinari obsoleti installati in Italia, al fine di aumentare la produttività dell’industria manifatturiera.
TTIP. “Sul fronte estero – ha concluso Salmoiraghi – Federmacchine apprezza l’intenso lavoro svolto dal Ministro per lo Sviluppo Economico, anche con il prezioso supporto di Confindustria, per l’approvazione del TTIP. Gli Stati Uniti sono il nostro secondo mercato di sbocco, i mercati di area Nafta ci hanno dato grandi soddisfazioni nell’anno appena concluso; il trattato di libero scambio darebbe sicuramente ulteriore slancio alla nostra attività”.
RESISTERE NON BASTA. Intervenendo all’Assemblea, il Presidente di Confindustria Vincenzo Boccia ha riconosciuto il contributo morale, prima ancora che economico, del comparto: “Guardando i vostri numeri si vede che le imprese non solo hanno “resistito”, ma hanno saputo reagire alla crisi: chi si limita a resistere ha già perso”. “Gli effetti positivi del Jobs Act sul mercato del lavoro e l’impatto di Sabatini-bis e superammortamento dimostrano che se facciamo politica con strumenti selettivi il sistema reagisce”, ha affermato il numero uno di Confindustria.
Il comparto rappresentato da Federmacchine conta 4.600 aziende con 180mila addetti.
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