23 giugno 2016 10:24
Assobioplastiche, l’associazione della filiera italiana delle bioplastiche compostabili, chiederà a Legambiente i dati integrali dell’indagine condotta dal CNR sulla presenza di polietilene in alcuni campioni di sacchetti etichettati come bioshoper (leggi articolo) “al fine di valutare ogni più ampia iniziativa di tutela del mercato e dei propri soci”.
L’associazione, che da tempo chiede un maggiore impegno nell'individuazione e sequestro dei sacchetti monouso in plastica non conformi alla normativa nazionale, ritiene i finti bioshopper, con tanto di marchio di compostabilità e conformità alla norma UNI EN 13432:2002, contenenti però percentuali non consentite di polietilene, il nuovo fronte dell’illegalità.
“L’importante iniziativa di Legambiente e del CNR di Catania è l’ennesima conferma del grave e diffuso contesto di illegalità in cui si trovano ad operare le aziende socie di Assobioplastiche, costrette a competere con imprese che pur di ottenere profitti illeciti arrivano a tagliare i bioshopper con il polietilene, plastica non biodegradabile, non consentita né dalla legge né dalla norma internazionale UNI EN 13432:2002”, commenta Marco Versari, presidente di Assobioplastiche.
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